“La Guerra dei nostri nonni” il libro del giornalista ed editorialista del Corriere della Sera, Aldo Cazzullo protagonista al Teatro Verdi di Padova nell'ambito del programma della Regione per le celebrazioni del centenario della Grande Guerra. Il libro, che veniva presentato per la prima volta in Veneto, racconta storie: storie di famiglie, di contadini, di fanti, di crocerossine, di operai che hanno contribuito a una pagina importante della nostra storia. Cazzullo ha sottolineato di aver trovato nella stesura del libro che il legame con la Patria – non con lo Stato – è molto forte, soprattutto nelle donne e che i giovani chiedono che vengano raccontate le storie dei nonni perché non ci sono più testimoni diretti di quegli eventi.
“Una serata davvero di grande emozione e di altissimo valore culturale – ha detto Marino Zorzato vicepresidente della Regione del Veneto – e mostra lo stesso spirito con cui abbiamo lavorato al nostro programma che non è solo rievocativo, ma pensando che la Grande Guerra abbia lasciato un segno che anche le generazioni più giovani sanno cogliere”.
LA GRANDE GUERRA NEL RACCONTO DEI NOSTRI NONNI
“La Guerra dei nostri nonni” il libro del giornalista ed editorialista del Corriere della Sera, Aldo Cazzullo protagonista al Teatro Verdi di Padova nell'ambito del programma della Regione per le celebrazioni del centenario della Grande Guerra. Il libro, che veniva presentato per la prima volta in Veneto, racconta storie: storie di famiglie, di contadini, di fanti, di crocerossine, di operai che hanno contribuito a una pagina importante della nostra storia. Cazzullo ha sottolineato di aver trovato nella stesura del libro che il legame con la Patria – non con lo Stato – è molto forte, soprattutto nelle donne e che i giovani chiedono che vengano raccontate le storie dei nonni perché non ci sono più testimoni diretti di quegli eventi.
“Una serata davvero di grande emozione e di altissimo valore culturale – ha detto Marino Zorzato vicepresidente della Regione del Veneto – e mostra lo stesso spirito con cui abbiamo lavorato al nostro programma che non è solo rievocativo, ma pensando che la Grande Guerra abbia lasciato un segno che anche le generazioni più giovani sanno cogliere”.