VERONA, 27 MAR - La Squadra Mobile della Questura di Verona ha identificato 24 persone, di cui 11 colpite da ordinanze di custodia cautelare e 13 denunciate a piede libero per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio. Si tratta di un gruppo di sinti residenti nella provincia di Verona dediti ai furti in abitazione in varie provincie limitrofe tra cui Verona, Padova, Rovigo Vicenza, Mantova e Venezia. Durante il periodo delle indagini sono stati individuati ben 25 furti commessi in abitazioni, ma considerando i ritmi della loro attività delittuosa, non ci sono dubbi sul fatto che si possa trattare di una banda che riusciva a compiere centinaia di furti nel giro di pochi mesi. Secondo gli investigatori i sinti monitorati si dimostravano particolarmente abili nel cercare di eludere le indagini a loro carico, sostituendo frequentemente le auto in loro uso, cambiando le utenze telefoniche e utilizzando, nelle conversazioni, la loro lingua per non essere compresi da eventuali ascoltatori. Sempre nel corso delle indagini si riusciva a identificare anche uno dei principali ricettatori, un cittadino italiano che è stato denunciato a piede libero e la cui gioielleria di Verona è stata perquisita questa mattina. Dell'organizzazione fanno parte anche alcune donne che hanno partecipato attivamente ai furti che in alcuni casi, proprio grazie al loro operato, si sono trasformati, a tutti gli effetti, in odiose truffe agli anziani. In lingua sinti i soldi vengono chiamati "love" da qui il nome all'operazione e durante le intercettazioni telefoniche, i sinti parlavano spesso del fatto che bisognava andare in cerca di "love" e di "sunacai" oro. Le indagini sono state svolte per diversi mesi, utilizzando pedinamenti, appostamenti, approfonditi riscontri ed immagini acquisite in maniera riservata, attraverso appostamenti o sistemi di video-registrazione a circuito chiuso. Per l'esecuzione delle ordinanze e le relative perquisizioni, alcune delle quali svolte all'interno di campi nomadi, sono stati impiegati circa 80 uomini della Questura di Verona, con la fattiva e preziosa collaborazione anche delle Squadre Mobili di Padova e Treviso e del Reparto Prevenzione Crimine del Veneto.
NOMADI: MOBILE VERONA CONCLUDE 'OPERAZIONE LOVE',11 ARRESTI
VERONA, 27 MAR - La Squadra Mobile della Questura di Verona ha identificato 24 persone, di cui 11 colpite da ordinanze di custodia cautelare e 13 denunciate a piede libero per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio. Si tratta di un gruppo di sinti residenti nella provincia di Verona dediti ai furti in abitazione in varie provincie limitrofe tra cui Verona, Padova, Rovigo Vicenza, Mantova e Venezia. Durante il periodo delle indagini sono stati individuati ben 25 furti commessi in abitazioni, ma considerando i ritmi della loro attività delittuosa, non ci sono dubbi sul fatto che si possa trattare di una banda che riusciva a compiere centinaia di furti nel giro di pochi mesi. Secondo gli investigatori i sinti monitorati si dimostravano particolarmente abili nel cercare di eludere le indagini a loro carico, sostituendo frequentemente le auto in loro uso, cambiando le utenze telefoniche e utilizzando, nelle conversazioni, la loro lingua per non essere compresi da eventuali ascoltatori. Sempre nel corso delle indagini si riusciva a identificare anche uno dei principali ricettatori, un cittadino italiano che è stato denunciato a piede libero e la cui gioielleria di Verona è stata perquisita questa mattina. Dell'organizzazione fanno parte anche alcune donne che hanno partecipato attivamente ai furti che in alcuni casi, proprio grazie al loro operato, si sono trasformati, a tutti gli effetti, in odiose truffe agli anziani. In lingua sinti i soldi vengono chiamati "love" da qui il nome all'operazione e durante le intercettazioni telefoniche, i sinti parlavano spesso del fatto che bisognava andare in cerca di "love" e di "sunacai" oro. Le indagini sono state svolte per diversi mesi, utilizzando pedinamenti, appostamenti, approfonditi riscontri ed immagini acquisite in maniera riservata, attraverso appostamenti o sistemi di video-registrazione a circuito chiuso. Per l'esecuzione delle ordinanze e le relative perquisizioni, alcune delle quali svolte all'interno di campi nomadi, sono stati impiegati circa 80 uomini della Questura di Verona, con la fattiva e preziosa collaborazione anche delle Squadre Mobili di Padova e Treviso e del Reparto Prevenzione Crimine del Veneto.