BOLZANO, 10 MAG - Sarà probabilmente uno degli alpini più anziani all'adunata nazionale, in programma questo fine settimana a Bolzano. A 98 anni Cristiano Dal Pozzo, di Rotzo sull'Altopiano di Asiago, tornerà per la prima volta nelle città, nella quale nel 1943 fu arrestato e deportato in Austria. Dopo 69 anni si appresta a fare pace con Bolzano. "Lì venni arrestato e fatto prigioniero dopo l'8 settembre del 1943. Fui internato poi dai tedeschi in un campo di concentramento in Austria, costretto a lavorare in fonderia ai carri armati Leopard", racconta Dal Pozzo al Giornale di Vicenza. Per due anni e mezzo è sopravvissuto "alla fame e alle pulci". In un primo momento voleva disertare l'adunata di Bolzano, poi ha cambiato idea. "Mi hanno spiegato - dice al giornale - che Bolzano accoglierà a braccia aperte gli alpini. Spero proprio sia così". "Sento che la mia presenza serve a mantenere viva la memoria", aggiunge. Il suo ricordo va lontano: "Nel '35 a noi giovani ci riempivano la testa dicendoci che avremmo visto cose grandi e fondato un impero. Invece, oltre ad essere stati ingannati, abbiamo massacrato un popolo'', afferma il veterano.
ALPINI 2012: A 98 ANNI TORNA A BOLZANO, DOVE FU ARRESTATO
BOLZANO, 10 MAG - Sarà probabilmente uno degli alpini più anziani all'adunata nazionale, in programma questo fine settimana a Bolzano. A 98 anni Cristiano Dal Pozzo, di Rotzo sull'Altopiano di Asiago, tornerà per la prima volta nelle città, nella quale nel 1943 fu arrestato e deportato in Austria. Dopo 69 anni si appresta a fare pace con Bolzano. "Lì venni arrestato e fatto prigioniero dopo l'8 settembre del 1943. Fui internato poi dai tedeschi in un campo di concentramento in Austria, costretto a lavorare in fonderia ai carri armati Leopard", racconta Dal Pozzo al Giornale di Vicenza. Per due anni e mezzo è sopravvissuto "alla fame e alle pulci". In un primo momento voleva disertare l'adunata di Bolzano, poi ha cambiato idea. "Mi hanno spiegato - dice al giornale - che Bolzano accoglierà a braccia aperte gli alpini. Spero proprio sia così". "Sento che la mia presenza serve a mantenere viva la memoria", aggiunge. Il suo ricordo va lontano: "Nel '35 a noi giovani ci riempivano la testa dicendoci che avremmo visto cose grandi e fondato un impero. Invece, oltre ad essere stati ingannati, abbiamo massacrato un popolo'', afferma il veterano.