VENEZIA, 16 LUG - Se il testo non verrà modificato la proposta di legge della regione Veneto per l'uso terapeutico della cannabis, varata in commissione, una volta votata dal consiglio regionale, potrebbe essere impugnata dal governo. L'indicazione arriva da Giovanni Serpelloni, capo dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, che ha definito - come riporta oggi il 'Gazzettino' - la proposta veneta "pericolosa e incostituzionale". Secondo Serpelloni, il Veneto rispetto alla Toscana, che è stata la prima regione a dotarsi di una legge che consente la distribuzione gratuita di farmaci a base di cannabinoidi trasferendo in sede regionale la legge nazionale, ha fatto delle aggiunte "a partire - spiega Serpelloni - dalla previsione di un centro di produzione di farmaci a base di sostanze stupefacenti ad alto rischio di abuso e di dipendenza che non può essere né autorizzata né legittimata da un dispositivo di legge regionale. Le autorizzazioni alla produzione di farmaci di questo tipo sul territorio nazionale possono essere concesse solo dal ministero della salute e dall'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e non dalla Regione". Il riferimento è a un articolo della proposta che affida a due centri, a Rovigo e Firenze, "la produzione e lavorazione di cannabis medicinale" ai fini della fornitura al Sistema sanitario regionale.
SANITA': SERPELLONI, STOP PROPOSTA VENETA CANNABIS PER CURE
VENEZIA, 16 LUG - Se il testo non verrà modificato la proposta di legge della regione Veneto per l'uso terapeutico della cannabis, varata in commissione, una volta votata dal consiglio regionale, potrebbe essere impugnata dal governo. L'indicazione arriva da Giovanni Serpelloni, capo dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, che ha definito - come riporta oggi il 'Gazzettino' - la proposta veneta "pericolosa e incostituzionale". Secondo Serpelloni, il Veneto rispetto alla Toscana, che è stata la prima regione a dotarsi di una legge che consente la distribuzione gratuita di farmaci a base di cannabinoidi trasferendo in sede regionale la legge nazionale, ha fatto delle aggiunte "a partire - spiega Serpelloni - dalla previsione di un centro di produzione di farmaci a base di sostanze stupefacenti ad alto rischio di abuso e di dipendenza che non può essere né autorizzata né legittimata da un dispositivo di legge regionale. Le autorizzazioni alla produzione di farmaci di questo tipo sul territorio nazionale possono essere concesse solo dal ministero della salute e dall'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e non dalla Regione". Il riferimento è a un articolo della proposta che affida a due centri, a Rovigo e Firenze, "la produzione e lavorazione di cannabis medicinale" ai fini della fornitura al Sistema sanitario regionale.