VENEZIA, 24 SET - Il progetto di legge che, in attesa del nuovo Piano sulle attività estrattive, prevede una serie di deroghe normative per le cave di ghiaia delle province di Verona e di Vicenza è stato al centro di un incontro a palazzo Ferro-Fini tra la commissione Attività produttive del Consiglio regionale presieduta da Luca Baggio e i rappresentanti delle confermazioni sindacali del settore delle costruzioni e del Wwf. Si tratta di una provvedimento che intende affrontare l'emergenza che si registra nel Veronese e nel Vicentino, aree nelle quali l'attività estrattiva di sabbia e di ghiaia è notevolmente diminuita determinando l'impossibilità di reperire materiale indispensabile per le attività edilizie. Per i territori delle province di Verona e Vicenza si propone, quindi, la possibilità di rilasciare, in deroga alle norme vigenti e per un periodo non superiore ai due anni, autorizzazioni per l'ampliamento di cave non ancora estinte. Tali ampliamenti non potranno superare, ciascuno, 1.000.000 metri cubi e al 50 % del volume complessivamente già autorizzato. Si prevede, inoltre, che la superficie di cava già ricomposta debba essere superiore al 50 % della superficie complessiva di cava già autorizzata. Tali deroghe potranno essere autorizzate solo con parere favorevole del Consiglio comunale del Comune interessato. "Il problema vero non è la leggina in deroga che riguarda una parte del Veneto - hanno affermato Leonardo Zucchini (Cgil), Valerio Franceschini (Uil) e Salvatore Federico (Cisl) - ma l'approvazione di un nuovo piano regionale delle attività estrattive che dovrebbe sostituire quello attuale che risale al 1982, trent'anni fa". "Come sindacati - hanno proseguito - intendiamo dare il nostro contributo all'elaborazione di questa legge e, soprattutto, al nuovo Prac chiedendo certezze circa il calcolo del fabbisogno di materiale estrattivo non solo dal punto di vista delle imprese, strumenti a tutela della legalità per quanto riguarda le ditte richiedenti e norme chiare per il recupero ambientale. Dal canto suo Stefano Gazzola, presidente del Wwf veneto, ha sottolineato la necessità che il provvedimento in deroga all'esame della commissione non sia in contraddizione con gli strumenti regionali di pianificazione territoriale e ambientale a cominciare dal Ptrc (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento). Il presidente della commissione Baggio e il vicepresidente Roberto Fasoli hanno assicurato che questa legge, in deroga e transitoria, non è fatta "per tizio o per caio" bensì un provvedimento alla luce del sole per non bloccare l'attività in due importanti aree del territorio regionale e che avrà forme di garanzia molto forti perché scaturite dalla massimo coinvolgimento di tutti i soggetti interessati".
REGIONI: LEGGE CAVE, NORME TRANSITORIE PER VERONA E VICENZA
VENEZIA, 24 SET - Il progetto di legge che, in attesa del nuovo Piano sulle attività estrattive, prevede una serie di deroghe normative per le cave di ghiaia delle province di Verona e di Vicenza è stato al centro di un incontro a palazzo Ferro-Fini tra la commissione Attività produttive del Consiglio regionale presieduta da Luca Baggio e i rappresentanti delle confermazioni sindacali del settore delle costruzioni e del Wwf. Si tratta di una provvedimento che intende affrontare l'emergenza che si registra nel Veronese e nel Vicentino, aree nelle quali l'attività estrattiva di sabbia e di ghiaia è notevolmente diminuita determinando l'impossibilità di reperire materiale indispensabile per le attività edilizie. Per i territori delle province di Verona e Vicenza si propone, quindi, la possibilità di rilasciare, in deroga alle norme vigenti e per un periodo non superiore ai due anni, autorizzazioni per l'ampliamento di cave non ancora estinte. Tali ampliamenti non potranno superare, ciascuno, 1.000.000 metri cubi e al 50 % del volume complessivamente già autorizzato. Si prevede, inoltre, che la superficie di cava già ricomposta debba essere superiore al 50 % della superficie complessiva di cava già autorizzata. Tali deroghe potranno essere autorizzate solo con parere favorevole del Consiglio comunale del Comune interessato. "Il problema vero non è la leggina in deroga che riguarda una parte del Veneto - hanno affermato Leonardo Zucchini (Cgil), Valerio Franceschini (Uil) e Salvatore Federico (Cisl) - ma l'approvazione di un nuovo piano regionale delle attività estrattive che dovrebbe sostituire quello attuale che risale al 1982, trent'anni fa". "Come sindacati - hanno proseguito - intendiamo dare il nostro contributo all'elaborazione di questa legge e, soprattutto, al nuovo Prac chiedendo certezze circa il calcolo del fabbisogno di materiale estrattivo non solo dal punto di vista delle imprese, strumenti a tutela della legalità per quanto riguarda le ditte richiedenti e norme chiare per il recupero ambientale. Dal canto suo Stefano Gazzola, presidente del Wwf veneto, ha sottolineato la necessità che il provvedimento in deroga all'esame della commissione non sia in contraddizione con gli strumenti regionali di pianificazione territoriale e ambientale a cominciare dal Ptrc (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento). Il presidente della commissione Baggio e il vicepresidente Roberto Fasoli hanno assicurato che questa legge, in deroga e transitoria, non è fatta "per tizio o per caio" bensì un provvedimento alla luce del sole per non bloccare l'attività in due importanti aree del territorio regionale e che avrà forme di garanzia molto forti perché scaturite dalla massimo coinvolgimento di tutti i soggetti interessati".