UDINE, 3 OTT - Il caldo torrido dell'estate 2012 rischia di mettere in ginocchio migliaia di aziende agricole della filiera cerealicola nel Friuli Venezia Giulia e nelle altre regioni del Nord. A risentirne potrebbe essere anche la filiera del latte che utilizza i cereali (soprattutto mais) come alimento per i bovini. A lanciare l'allarme è Fedagri, precisando che a causare la situazione è il livello delle aflatossine che si sviluppano abbondanti sulla granella soprattutto nelle annate caratterizzate da temperature molto elevate e clima umido, come accaduto nel 2003. Il rischio è che una parte rilevante del raccolto non possa essere commercializzata per ragioni sanitarie, in quanto supererebbe i limiti europei stabiliti per il contenuto di micotossine. "Si tratta di una vera e propria calamità per uno dei settori trainanti dell'agricoltura regionale - spiegano da Confcooperative Fvg - e la filiera del latte potrebbe risentirne in maniera considerevole: centinaia di aziende zootecniche, infatti, sono a rischio perché alimentano le bovine con mais e insilato di mais contaminato dalle tossine". Il danno sarebbe dunque enorme e per questo Fedagri Fvg si è fatta capofila delle altre regioni del Nord (Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna) per presentare ai Ministeri della Salute e delle Politiche agricole un documento per chiedere delle deroghe ai limiti imposti per le aflatossine. Le cooperative agricole chiedono infatti, come misura straordinaria per scongiurare la perdita del raccolto e la crisi del settore, di adottare temporaneamente i limiti, più alti, previsti negli Stati Uniti per lo stesso tipo di tossine.
AGRICOLTURA: FEDAGRI, A RISCHIO RACCOLTO CEREALI AL NORD
UDINE, 3 OTT - Il caldo torrido dell'estate 2012 rischia di mettere in ginocchio migliaia di aziende agricole della filiera cerealicola nel Friuli Venezia Giulia e nelle altre regioni del Nord. A risentirne potrebbe essere anche la filiera del latte che utilizza i cereali (soprattutto mais) come alimento per i bovini. A lanciare l'allarme è Fedagri, precisando che a causare la situazione è il livello delle aflatossine che si sviluppano abbondanti sulla granella soprattutto nelle annate caratterizzate da temperature molto elevate e clima umido, come accaduto nel 2003. Il rischio è che una parte rilevante del raccolto non possa essere commercializzata per ragioni sanitarie, in quanto supererebbe i limiti europei stabiliti per il contenuto di micotossine. "Si tratta di una vera e propria calamità per uno dei settori trainanti dell'agricoltura regionale - spiegano da Confcooperative Fvg - e la filiera del latte potrebbe risentirne in maniera considerevole: centinaia di aziende zootecniche, infatti, sono a rischio perché alimentano le bovine con mais e insilato di mais contaminato dalle tossine". Il danno sarebbe dunque enorme e per questo Fedagri Fvg si è fatta capofila delle altre regioni del Nord (Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna) per presentare ai Ministeri della Salute e delle Politiche agricole un documento per chiedere delle deroghe ai limiti imposti per le aflatossine. Le cooperative agricole chiedono infatti, come misura straordinaria per scongiurare la perdita del raccolto e la crisi del settore, di adottare temporaneamente i limiti, più alti, previsti negli Stati Uniti per lo stesso tipo di tossine.