ROMA, 15 OTT - Troppi i riflettori e i commenti sulla vicenda del bimbo conteso di Padova, secondo l' Istituto di studi sulla paternità (Isp), che oggi chiede, in una nota: "Lasciate in pace Leonardo!". "Su questa vicenda - afferma il presidente dell'Istituto, Maurizio Quilici - si stanno esprimendo in troppi e spesso senza cognizione di causa". "Genitori e parenti del bambino in TV, ognuno con la sua versione", "giornali a caccia di 'esperti'", "talk-show, dibattiti, interviste", perfino "i palloncini davanti al Ministero di Grazia e Giustizia" a Roma. "Le modalità con le quali il bambino è stato prelevato a scuola non sono accettabili (ma in casi del genere sono spesso simili)" - conclude Quilici - "tuttavia la decisione di un organo giudiziario può essere criticata, ma va civilmente accettata e semmai contestata nelle sedi opportune. Quanto alla PAS, non ha senso litigare per decidere se sia o meno una sindrome classificabile in psichiatria: comportamenti genitoriali tendenti a indurre nel figlio il rifiuto ostile dell'altro genitore (con esiti disastrosi) si riscontrano frequentemente nelle separazioni e tanto basta perché si debba cercare di porvi rimedio. Anche cambiando affidamento. Ancora meno senso ha schierarsi dalla parte del padre o della madre, che speriamo capiscano il male che stanno facendo al loro figlio. Schieriamoci invece dalla parte di Leonardo, lasciamolo tranquillo! E lasciamo che giudici e psicologi - conclude la nota - facciano il loro mestiere senza ossessioni mediatiche".
BIMBO PADOVA:IST.STUDI PATERNITA',BASTA OSSESSIONE MEDIATICA
ROMA, 15 OTT - Troppi i riflettori e i commenti sulla vicenda del bimbo conteso di Padova, secondo l' Istituto di studi sulla paternità (Isp), che oggi chiede, in una nota: "Lasciate in pace Leonardo!". "Su questa vicenda - afferma il presidente dell'Istituto, Maurizio Quilici - si stanno esprimendo in troppi e spesso senza cognizione di causa". "Genitori e parenti del bambino in TV, ognuno con la sua versione", "giornali a caccia di 'esperti'", "talk-show, dibattiti, interviste", perfino "i palloncini davanti al Ministero di Grazia e Giustizia" a Roma. "Le modalità con le quali il bambino è stato prelevato a scuola non sono accettabili (ma in casi del genere sono spesso simili)" - conclude Quilici - "tuttavia la decisione di un organo giudiziario può essere criticata, ma va civilmente accettata e semmai contestata nelle sedi opportune. Quanto alla PAS, non ha senso litigare per decidere se sia o meno una sindrome classificabile in psichiatria: comportamenti genitoriali tendenti a indurre nel figlio il rifiuto ostile dell'altro genitore (con esiti disastrosi) si riscontrano frequentemente nelle separazioni e tanto basta perché si debba cercare di porvi rimedio. Anche cambiando affidamento. Ancora meno senso ha schierarsi dalla parte del padre o della madre, che speriamo capiscano il male che stanno facendo al loro figlio. Schieriamoci invece dalla parte di Leonardo, lasciamolo tranquillo! E lasciamo che giudici e psicologi - conclude la nota - facciano il loro mestiere senza ossessioni mediatiche".