VENEZIA, 19 OTT - La Regione Veneto, con l'assessore Franco Manzato, interviene nella diatriba apertasi nella vicina provincia di Trento in relazione al programma ministeriale "Frutta nelle scuole", dal cui appalto erano inizialmente rimasti esclusi proprio i produttori locali, grossi fornitori di mele. "Il programma ministeriale - afferma Manzato - richiede probabilmente nuove regole di attuazione, per avvicinare ancor più anche fisicamente i ragazzi alla frutta e verdura di stagione del loro territorio. Voler cambiare le regole in corsa fa solo male ai produttori e al progetto stesso". Manzato manifesta sorpresa per le pieghe prese dalla vicenda delle modalità di attuazione di "Frutta nelle Scuole" nella vicina Provincia autonoma di Trento. I produttori trentini erano inizialmente rimasti fuori dalla fornitura di mele, decisa con regolare gara d'appalto e, per questo, gli istituti scolastici della provincia erano stati formalmente invitati dall'assessore all'istruzione a ritirarsi dall'iniziativa. Conclusione: i produttori trentini sono rientrati dalla finestra e procureranno circa il 70% della fornitura locale. A scapito però dei produttori veneti, "vittime - secondo Manzato - di una guerra delle mele che non fa bene a nessuno, a partire dai ragazzi e dai responsabili scolastici, per finire con le imprese agricole e i programmi di confezionamento e distribuzione". "Noi - cpnclude - abbiamo voluto chiudere la questione subito, trovando un accordo con la Provincia di Trento, perché sappiamo che l'obiettivo è il benessere dei ragazzi. Tuttavia aprire in corsa una diatriba per motivi di bottega non sta bene: i nostri produttori sono rimasti fuori da passati appalti per "Frutta nelle scuole", ma non abbiamo mai pensato di cambiare le carte in tavola danneggiando altri, né di creare fumo o polemiche. Se le regole ci sono, vanno rispettate, al di là di quelle che potevano essere le aspettative".
FRUTTA NELLE SCUOLE, MANZATO SU DIATRIBA FORNITORI TRENTINI
VENEZIA, 19 OTT - La Regione Veneto, con l'assessore Franco Manzato, interviene nella diatriba apertasi nella vicina provincia di Trento in relazione al programma ministeriale "Frutta nelle scuole", dal cui appalto erano inizialmente rimasti esclusi proprio i produttori locali, grossi fornitori di mele. "Il programma ministeriale - afferma Manzato - richiede probabilmente nuove regole di attuazione, per avvicinare ancor più anche fisicamente i ragazzi alla frutta e verdura di stagione del loro territorio. Voler cambiare le regole in corsa fa solo male ai produttori e al progetto stesso". Manzato manifesta sorpresa per le pieghe prese dalla vicenda delle modalità di attuazione di "Frutta nelle Scuole" nella vicina Provincia autonoma di Trento. I produttori trentini erano inizialmente rimasti fuori dalla fornitura di mele, decisa con regolare gara d'appalto e, per questo, gli istituti scolastici della provincia erano stati formalmente invitati dall'assessore all'istruzione a ritirarsi dall'iniziativa. Conclusione: i produttori trentini sono rientrati dalla finestra e procureranno circa il 70% della fornitura locale. A scapito però dei produttori veneti, "vittime - secondo Manzato - di una guerra delle mele che non fa bene a nessuno, a partire dai ragazzi e dai responsabili scolastici, per finire con le imprese agricole e i programmi di confezionamento e distribuzione". "Noi - cpnclude - abbiamo voluto chiudere la questione subito, trovando un accordo con la Provincia di Trento, perché sappiamo che l'obiettivo è il benessere dei ragazzi. Tuttavia aprire in corsa una diatriba per motivi di bottega non sta bene: i nostri produttori sono rimasti fuori da passati appalti per "Frutta nelle scuole", ma non abbiamo mai pensato di cambiare le carte in tavola danneggiando altri, né di creare fumo o polemiche. Se le regole ci sono, vanno rispettate, al di là di quelle che potevano essere le aspettative".