VENEZIA, 22 OTT - "Smembrare in questo modo le province è inutile, sbagliato e dannoso": lo rileva Massimo Bitonci, appreso che il ministro Patroni Griffi, attraverso un decreto legge, avrebbe impugnato la questione, decidendo quali modifiche effettuare all'attuale assetto. "Nel breve periodo - rileva - questa operazione ci costerà di più, anche perché, temo, molti dipendenti finiranno per essere ricollocati presso altri enti, come le Regioni, magari con incarichi di livello superiore, solo per scongiurare contenzioni di tipo sindacale. I benefici, se ci saranno, arriveranno fra parecchi anni, quando l'Italia sarà già sommersa dai debiti". "Il Governo romano, anche attraverso questo provvedimento - sottolinea in una nota -, da un lato dimostra ancora una volta la sua volontà accentratrice, dall'altro ripropone l'usata deferenza nei confronti dei soliti privilegiati. Non è possibile che, come sostiene il ministro Patroni Griffi, da giugno 2013 decadano tutte le giunte votate dai cittadini, prima della scadenza naturale. O che la transizione dal vecchio al nuovo sistema sia guidata da un commissario, magari di nomina ministeriale. Trovo odioso, inoltre, che le Regioni a statuto speciale possano, in barba a quelle a statuto ordinario, di fatto commissariate, e che già subiscono la concorrenza sleale delle sorelle più fortunate, decidere in autonomia come e quanto tagliare, senza alcuna ingerenza esterna". "Nessuna parola, inoltre, è stata spesa in merito alle peculiarità di territori come quello bellunese e polesano, che meritano, per la particolare conformazione, di essere tutelati e di avere una governance propria - insiste Bitonci -. Roma ha deciso e non aspetta tempo. Peccato che non ci dica quanti soldi crede di poter risparmiare con questa operazione. Di sicuro meno dei 228 milioni che i contribuenti pagano per sostenere le spese del Quirinale, circa 433 euro al minuto. Meno dei 900 milioni che la legge di stabilità sblocca in favore della Sicilia".
PROVINCE: BITONCI (LN), TAGLIO INUTILE NESSUN RISPARMIO
VENEZIA, 22 OTT - "Smembrare in questo modo le province è inutile, sbagliato e dannoso": lo rileva Massimo Bitonci, appreso che il ministro Patroni Griffi, attraverso un decreto legge, avrebbe impugnato la questione, decidendo quali modifiche effettuare all'attuale assetto. "Nel breve periodo - rileva - questa operazione ci costerà di più, anche perché, temo, molti dipendenti finiranno per essere ricollocati presso altri enti, come le Regioni, magari con incarichi di livello superiore, solo per scongiurare contenzioni di tipo sindacale. I benefici, se ci saranno, arriveranno fra parecchi anni, quando l'Italia sarà già sommersa dai debiti". "Il Governo romano, anche attraverso questo provvedimento - sottolinea in una nota -, da un lato dimostra ancora una volta la sua volontà accentratrice, dall'altro ripropone l'usata deferenza nei confronti dei soliti privilegiati. Non è possibile che, come sostiene il ministro Patroni Griffi, da giugno 2013 decadano tutte le giunte votate dai cittadini, prima della scadenza naturale. O che la transizione dal vecchio al nuovo sistema sia guidata da un commissario, magari di nomina ministeriale. Trovo odioso, inoltre, che le Regioni a statuto speciale possano, in barba a quelle a statuto ordinario, di fatto commissariate, e che già subiscono la concorrenza sleale delle sorelle più fortunate, decidere in autonomia come e quanto tagliare, senza alcuna ingerenza esterna". "Nessuna parola, inoltre, è stata spesa in merito alle peculiarità di territori come quello bellunese e polesano, che meritano, per la particolare conformazione, di essere tutelati e di avere una governance propria - insiste Bitonci -. Roma ha deciso e non aspetta tempo. Peccato che non ci dica quanti soldi crede di poter risparmiare con questa operazione. Di sicuro meno dei 228 milioni che i contribuenti pagano per sostenere le spese del Quirinale, circa 433 euro al minuto. Meno dei 900 milioni che la legge di stabilità sblocca in favore della Sicilia".