PIEVE DI SOLIGO (TREVISO), 9 NOV - Si sono stabilizzate e ora seguono un percorso di evoluzione positiva le condizioni del gioielliere trevigiano 47enne rimasto ferito ieri sera nel corso di una rapina ai danni del negozio di Pieve di Soligo di cui è proprietario assieme al padre. L'uomo, di 47 anni, raggiunto da un colpo di pistola al basso ventre, non è mai stato in pericolo di vita; si trova nel reparto di terapia intensiva in attesa di una definizione della prognosi. Il suo stato fisico dovrebbe consentirgli tra breve, su autorizzazione dei medici, di rispondere alle domande degli investigatori o, ipotesi non esclusa, direttamente del pubblico ministero incaricato dell'inchiesta. I carabinieri hanno intanto ascoltato molti testimoni, secondo i quali i malviventi parlavano in italiano, anche se alcuni hanno riferito di aver avuto l'impressione si trattasse di un accento dell'est europeo. I malviventi hanno esploso i tre colpi di pistola nel momento in cui il negoziante, che avrebbe pronunciato un insulto al loro indirizzo, si è spostato dietro il bancone, facendo temere forse alla banda una reazione. L'automobile impiegata per la prima parte della fuga è stata ritrovata poco più tardi nelle vicinanze ed è risultata essere una Fiat "Uno" rubata poco prima nei dintorni. I banditi si sono poi allontanati definitivamente a bordo di un altra vettura.
GIOIELLIERE FERITO IN RAPINA, CONDIZIONI IN MIGLIORAMENTO
PIEVE DI SOLIGO (TREVISO), 9 NOV - Si sono stabilizzate e ora seguono un percorso di evoluzione positiva le condizioni del gioielliere trevigiano 47enne rimasto ferito ieri sera nel corso di una rapina ai danni del negozio di Pieve di Soligo di cui è proprietario assieme al padre. L'uomo, di 47 anni, raggiunto da un colpo di pistola al basso ventre, non è mai stato in pericolo di vita; si trova nel reparto di terapia intensiva in attesa di una definizione della prognosi. Il suo stato fisico dovrebbe consentirgli tra breve, su autorizzazione dei medici, di rispondere alle domande degli investigatori o, ipotesi non esclusa, direttamente del pubblico ministero incaricato dell'inchiesta. I carabinieri hanno intanto ascoltato molti testimoni, secondo i quali i malviventi parlavano in italiano, anche se alcuni hanno riferito di aver avuto l'impressione si trattasse di un accento dell'est europeo. I malviventi hanno esploso i tre colpi di pistola nel momento in cui il negoziante, che avrebbe pronunciato un insulto al loro indirizzo, si è spostato dietro il bancone, facendo temere forse alla banda una reazione. L'automobile impiegata per la prima parte della fuga è stata ritrovata poco più tardi nelle vicinanze ed è risultata essere una Fiat "Uno" rubata poco prima nei dintorni. I banditi si sono poi allontanati definitivamente a bordo di un altra vettura.