VENEZIA, 16 NOV - Fornire agli amministratori dei Comuni maggiormente interessati per la presenza di gas radon non solo una panoramica sulla normativa vigente e una valutazione dei rischi, ma soprattutto indicazioni tecniche di risanamento degli edifici. Con questi obiettivi si è tenuto oggi a Palazzo Ferro Fini, per iniziativa della Commissione Ambiente, presieduta da Nicola Finco (Ln), il seminario "Gas Radon: tra prevenzione e risanamento". All'incontro, oltre a tecnici della Regione e di Arpav che a vario titolo si occupano del problema, sono intervenuti il prof. Giovanni Zannoni, docente presso l'Università di Ferrara e lo Iuav di Venezia che ha parlato dei "sistemi di prevenzione e bonifica dell'edilizia esistente e di nuova costruzione" e il dott. Francesco Bochicchio, direttore del reparto radioattività dell'Istituto superiore di Sanità, che ha parlato degli effetti del Radon sulla salute e degli sviluppi normativi. Il gas radon, gas radioattivo naturale, proviene principalmente dal sottosuolo: è prodotto dal decadimento dell'Uranio, componente radioattivo primordiale del pianeta Terra. Essendo un gas, il radon fuoriesce continuamente dal terreno: all'aperto si disperde miscelandosi con l'aria presente in atmosfera, mentre all'interno di ambienti chiusi può concentrarsi raggiungendo livelli elevati. "Studi epidemiologici compiuti negli ultimi anni - ha detto Finco - hanno dimostrato che l'esposizione a concentrazioni elevate di radon aumenta il rischio di tumori polmonari. Il radon, infatti, dopo il fumo di sigaretta, è considerato la seconda causa di tumori polmonari. La Regione Veneto - ha ricordato il consigliere - già dalla fine degli anni '90, in collaborazione con Arpav, ha effettuato numerose campagne di misurazione per valutare i valori di concentrazione nelle abitazioni e nelle strutture scolastiche, oltre che realizzare una serie di opere di bonifica. Secondo i dati forniti da Arpav in Veneto risultano maggiormente esposte al Radon radioattivo le aree montane del bellunese e del vicentino e quelle collinari del padovano e del trevigiano''. "Proprio a questo scopo - ha concluso Finco - nell'aprile scorso ho presentato un Progetto di Legge finalizzato a realizzare un piano regionale di prevenzione e riduzione dei rischi connessi all'esposizione del gas radon". "Si tratta - ha sottolineato Bochicchio - di un problema relativamente poco conosciuto, tant'é che l'Unione Europea ha deciso di fare una direttiva per includerlo nell'ambito delle radioprotezioni e quindi nei prossimi anni - ha informato - l'Italia sarà obbligata a recepire questa direttiva, che avrà requisiti molto stringenti sia per quanto riguarda i luoghi di lavoro, sia le abitazioni. L'Italia comunque sta lavorando su questi problemi già da molti anni e ha sviluppato un Piano nazionale Radon che contiene tante iniziative collegate tra loro, tutte con l'obiettivo di ridurre i rischi derivanti dalla presenza del gas".
AMBIENTE: GAS RADON, TRA PREVENZIONE E RISANAMENTO
VENEZIA, 16 NOV - Fornire agli amministratori dei Comuni maggiormente interessati per la presenza di gas radon non solo una panoramica sulla normativa vigente e una valutazione dei rischi, ma soprattutto indicazioni tecniche di risanamento degli edifici. Con questi obiettivi si è tenuto oggi a Palazzo Ferro Fini, per iniziativa della Commissione Ambiente, presieduta da Nicola Finco (Ln), il seminario "Gas Radon: tra prevenzione e risanamento". All'incontro, oltre a tecnici della Regione e di Arpav che a vario titolo si occupano del problema, sono intervenuti il prof. Giovanni Zannoni, docente presso l'Università di Ferrara e lo Iuav di Venezia che ha parlato dei "sistemi di prevenzione e bonifica dell'edilizia esistente e di nuova costruzione" e il dott. Francesco Bochicchio, direttore del reparto radioattività dell'Istituto superiore di Sanità, che ha parlato degli effetti del Radon sulla salute e degli sviluppi normativi. Il gas radon, gas radioattivo naturale, proviene principalmente dal sottosuolo: è prodotto dal decadimento dell'Uranio, componente radioattivo primordiale del pianeta Terra. Essendo un gas, il radon fuoriesce continuamente dal terreno: all'aperto si disperde miscelandosi con l'aria presente in atmosfera, mentre all'interno di ambienti chiusi può concentrarsi raggiungendo livelli elevati. "Studi epidemiologici compiuti negli ultimi anni - ha detto Finco - hanno dimostrato che l'esposizione a concentrazioni elevate di radon aumenta il rischio di tumori polmonari. Il radon, infatti, dopo il fumo di sigaretta, è considerato la seconda causa di tumori polmonari. La Regione Veneto - ha ricordato il consigliere - già dalla fine degli anni '90, in collaborazione con Arpav, ha effettuato numerose campagne di misurazione per valutare i valori di concentrazione nelle abitazioni e nelle strutture scolastiche, oltre che realizzare una serie di opere di bonifica. Secondo i dati forniti da Arpav in Veneto risultano maggiormente esposte al Radon radioattivo le aree montane del bellunese e del vicentino e quelle collinari del padovano e del trevigiano''. "Proprio a questo scopo - ha concluso Finco - nell'aprile scorso ho presentato un Progetto di Legge finalizzato a realizzare un piano regionale di prevenzione e riduzione dei rischi connessi all'esposizione del gas radon". "Si tratta - ha sottolineato Bochicchio - di un problema relativamente poco conosciuto, tant'é che l'Unione Europea ha deciso di fare una direttiva per includerlo nell'ambito delle radioprotezioni e quindi nei prossimi anni - ha informato - l'Italia sarà obbligata a recepire questa direttiva, che avrà requisiti molto stringenti sia per quanto riguarda i luoghi di lavoro, sia le abitazioni. L'Italia comunque sta lavorando su questi problemi già da molti anni e ha sviluppato un Piano nazionale Radon che contiene tante iniziative collegate tra loro, tutte con l'obiettivo di ridurre i rischi derivanti dalla presenza del gas".