VENEZIA, 16 NOV - "Nella politica dell'Unione Europea c'é una assurdità che non può prevalere: a decidere non può essere la maggioranza di Paesi non direttamente interessati ad un determinato problema, ma semmai il contrario". L'assessore all'Agricoltura del veneto, Franco Manzato, ribadisce le sue perplessità circa la previsione di una totale, e dunque incontrollata, liberalizzazione dell'attuale regime dei diritti d'impianto in viticoltura perché "sarebbe come far decidere le politiche industriali del Paese ai tour operators. E invece questo sta accadendo per la produzione vitivinicola". "Come al solito, per così dire, abbiamo sbagliato anni fa con l'attuale Ocm vino - rileva Manzato -, guardando ai benefici e ai problemi immediati piuttosto che a quelli del dopo. Ma quello che proprio non va è che la decisione finale sia condizionata da Paesi che non producono. E consumano pure poco e spesso male e a caro prezzo, se guardo ai kit chimici illegale che circolavano, spero, nei loro mercati". "Rispetto a questo - sottolinea Manzato - tutte ma proprio tutte le Regioni viticole d'Europa, riuniti nell'associazione Arev, si sono pronunciate unanimemente a Bruxelles contro la liberalizzazione dei diritti di piantagione viticoli. Credo che i 250 rappresentanti politici e professionali della viticoltura di 40 regioni vocate dei 13 Paesi europei effettivamente rappresentati varranno pure qualcosa".
REGIONI: VENETO; MANZATO, SU VINO DECIDA CHI PRODUCE NO UE
VENEZIA, 16 NOV - "Nella politica dell'Unione Europea c'é una assurdità che non può prevalere: a decidere non può essere la maggioranza di Paesi non direttamente interessati ad un determinato problema, ma semmai il contrario". L'assessore all'Agricoltura del veneto, Franco Manzato, ribadisce le sue perplessità circa la previsione di una totale, e dunque incontrollata, liberalizzazione dell'attuale regime dei diritti d'impianto in viticoltura perché "sarebbe come far decidere le politiche industriali del Paese ai tour operators. E invece questo sta accadendo per la produzione vitivinicola". "Come al solito, per così dire, abbiamo sbagliato anni fa con l'attuale Ocm vino - rileva Manzato -, guardando ai benefici e ai problemi immediati piuttosto che a quelli del dopo. Ma quello che proprio non va è che la decisione finale sia condizionata da Paesi che non producono. E consumano pure poco e spesso male e a caro prezzo, se guardo ai kit chimici illegale che circolavano, spero, nei loro mercati". "Rispetto a questo - sottolinea Manzato - tutte ma proprio tutte le Regioni viticole d'Europa, riuniti nell'associazione Arev, si sono pronunciate unanimemente a Bruxelles contro la liberalizzazione dei diritti di piantagione viticoli. Credo che i 250 rappresentanti politici e professionali della viticoltura di 40 regioni vocate dei 13 Paesi europei effettivamente rappresentati varranno pure qualcosa".