AYCHA: UN SENSO DI IMPOTENZA PERVADE CADONEGHE-----Un senso di colpa e di impotenza oggi pervade tutti a Cadoneghe, dopo l’efferato omicidio della giovane marocchina residente nel comune dell’Alta Padovana. Inaccettabile morire a 30 anni e per mano del proprio compagno con cui si stanno allevando tre figli. Omicidio avvenuto la notte tra il 24 e il 25 novembre proprio alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Le Istituzioni ci sono e fanno squadra in caso di denuncia. Sportelli antiviolenza, Servizi Sociali, Assessori, tutti si prodigano. Mancano i fondi, strutture, appartamenti in cui nascondere le vittime di violenza, leggi ancora più severe o semplicemente una diffusa cultura del problema. Queste donne dovrebbero poter scomparire, rifarsi una vita come avviene per i collaboratori di giustizia o testimoni di mafia. Non è concepibile dover tornare a casa, accanto a chi si è denunciano per maltrattamenti o minacce. Pressioni del carnefice, mancanza di autonomia economica vanificano gli sforzi delle Forze dell’Ordine e della Giustizia che perdono ogni potere al momento del ritiro della denuncia. Anche gli avvocati hanno un ruolo importante, le parcelle non possono prevalere sulla vita. Patteggiare o chiedere accomodamenti alla controparte come spesso avviene in ambito processuale andrebbe perseguito.
AYCHA: UN SENSO DI IMPOTENZA PERVADE CADONEGHE
AYCHA: UN SENSO DI IMPOTENZA PERVADE CADONEGHE-----Un senso di colpa e di impotenza oggi pervade tutti a Cadoneghe, dopo l’efferato omicidio della giovane marocchina residente nel comune dell’Alta Padovana. Inaccettabile morire a 30 anni e per mano del proprio compagno con cui si stanno allevando tre figli. Omicidio avvenuto la notte tra il 24 e il 25 novembre proprio alla vigilia della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Le Istituzioni ci sono e fanno squadra in caso di denuncia. Sportelli antiviolenza, Servizi Sociali, Assessori, tutti si prodigano. Mancano i fondi, strutture, appartamenti in cui nascondere le vittime di violenza, leggi ancora più severe o semplicemente una diffusa cultura del problema. Queste donne dovrebbero poter scomparire, rifarsi una vita come avviene per i collaboratori di giustizia o testimoni di mafia. Non è concepibile dover tornare a casa, accanto a chi si è denunciano per maltrattamenti o minacce. Pressioni del carnefice, mancanza di autonomia economica vanificano gli sforzi delle Forze dell’Ordine e della Giustizia che perdono ogni potere al momento del ritiro della denuncia. Anche gli avvocati hanno un ruolo importante, le parcelle non possono prevalere sulla vita. Patteggiare o chiedere accomodamenti alla controparte come spesso avviene in ambito processuale andrebbe perseguito.