I ricoveri per covid negli ospedali veneti hanno ripreso a salire. La doccia fredda è arrivata nella presentazione nel bollettino odierno, durante la consueta conferenza stampa di Luca Zaia dalla Protezione Civile Regionale.
Il saldo tra dimissioni e prese in carico negli ospedali è tornato a crescere: +46 in area non critica, +3 in terapia intensiva.
Se è pur vero che per ora si tratta di un dato isolato, impossibile non sentire il campanello d’allarme. Dopo 53 giorni di calo ininterrotto e decongestione degli ospedali si ritorna ad occupare letti, per un totale, al momento di 1394.
Il virus sembra iniziare a riprendere forza, complice il ritorno ad una semi normalità dal primo febbraio. Quello che più preoccupa è che diversi pazienti arrivano in ospedale con forme gravi della Covid 19 e accedono ai reparti intensivi con maggiore velocità rispetto al passato.
In questo quadro l’attenzione non può essere assolutamente abbassata, tanto che l’invito ad un maggior rigore, questa volta, è arrivato direttamente dal direttore generale della sanità Luciano Flor.
Quanto alle forniture dei vaccini, se da una parte la trattativa con gli intermediari qualificati ha subito una battuta d’arresto dopo le indagini dei NAS, per la fine di marzo il commissario Arcuri ha garantito al Veneto la distribuzione di 610 mila dosi.
TORNANO A SALIRE I RICOVERI IN VENETO
I ricoveri per covid negli ospedali veneti hanno ripreso a salire. La doccia fredda è arrivata nella presentazione nel bollettino odierno, durante la consueta conferenza stampa di Luca Zaia dalla Protezione Civile Regionale.
Il saldo tra dimissioni e prese in carico negli ospedali è tornato a crescere: +46 in area non critica, +3 in terapia intensiva.
Se è pur vero che per ora si tratta di un dato isolato, impossibile non sentire il campanello d’allarme. Dopo 53 giorni di calo ininterrotto e decongestione degli ospedali si ritorna ad occupare letti, per un totale, al momento di 1394.
Il virus sembra iniziare a riprendere forza, complice il ritorno ad una semi normalità dal primo febbraio. Quello che più preoccupa è che diversi pazienti arrivano in ospedale con forme gravi della Covid 19 e accedono ai reparti intensivi con maggiore velocità rispetto al passato.
In questo quadro l’attenzione non può essere assolutamente abbassata, tanto che l’invito ad un maggior rigore, questa volta, è arrivato direttamente dal direttore generale della sanità Luciano Flor.
Quanto alle forniture dei vaccini, se da una parte la trattativa con gli intermediari qualificati ha subito una battuta d’arresto dopo le indagini dei NAS, per la fine di marzo il commissario Arcuri ha garantito al Veneto la distribuzione di 610 mila dosi.