CASE POPOLARI, LA CONSULTA BOCCIA LA LEGGE VENETA

La Corte Costituzionale boccia la legge regionale del Veneto che preclude l'assegnazione di un alloggio popolare a chi non può dimostrare di essere residente sul territorio da almeno cinque anni. La sentenza numero 67, depositata il 22 aprile dai giudici della Consulta, ha ritenuto irragionevole che il Veneto possa scegliere chi inserire in graduatoria per le case popolari con un simile criterio.

Secondo la legge regionale, infatti, chi vuole essere inserito nelle graduatorie per l'edilizia residenziale pubblica nelle sette province, deve essere residente in Veneto da almeno cinque anni, anche non continuativi nell'arco degli ultimi dieci anni. Un provvedimento, la legge numero 39 del 2017, che la Giunta Zaia aveva adottato con la motivazione che, così facendo, non si sarebbe assegnata una casa a chi non vuole effettivamente stabilirsi qui.

La Corte Costituzionale, invece, ha ravvisato che questo criterio impedisce di soddisfare il diritto inviolabile all'abitazione, e soprattutto contrasta con i principi di eguaglianza e di ragionevolezza, perchè secondo i giudici il requisito della residenza prolungata non ha alcuna correlazione ragionevole con il soddisfacimento dell'esigenza abitativa di chi si trova in situazione di bisogno. Anzi, secondo i giudici è proprio chi versa in stato di necessità, a dover essere più spesso costretto a spostarsi per cercare lavoro.

"Prendo atto della sentenza della Corte Costituzionale, ma non la condivido", ha replicato il presidente della regione, Luca Zaia. "Abbiamo scelto di premiare chi nella nostra terra ha un progetto di vita. Penso che un cittadino straniero che risiede in Veneto da diversi anni, ponendo le basi per il futuro della sua famiglia, abbia certamente più diritti di chi è arrivato ieri e acclama identiche pretese".

Bisognerà capire ora, i risvolti pratici che questa sentenza potrà avere sui bandi e sulle graduatorie, comprese quelle già in atto. Per ora, la Consulta boccia la regione, che verosimilmente dovrà riscrivere i suoi criteri di assegnazione delle case popolari.