ITALIA IN VENDITA: LE POSTE SFUMANO,A VANTAGGIO DI?
Privatizzazione di Poste Italiane, a chi giova? Non giova probabilmente ai cittadini che vedono il loro patrimonio sfumare nelle mani di investitori, anche stranieri, non gioverebbe neppure ai dipendenti di Poste che vedono il loro posto di lavoro traballante e allora la domanda sorge spontanea: la vendita di un asset strategico del nostro Paese quale vantaggio dà allo Stato? Ricordiamo quanto accaduto in passato: in dieci anni, dal 1992 al 2000 abbiamo assistito alla grande stagione della privatizzazione delle aziende a partecipazione statale quando si è svenduta la parte migliore del patrimonio industriale pubblico. Oggi Poste Italiane con la Cassa Depositi e Prestiti detiene e gestisce dati personali di 35 milioni di clienti che affidano oltre 180 milioni di risparmi alla più grande azienda del Paese.
La manovra del nostro Governo di vendere azioni per fare cassa e cercare di ripianare il debito pubblico va a colpire l’interesse economico del Paese che in visione futura verrebbe solo impoverito. Ci ritroveremo inevitabilmente con in mano un pugno di mosche senza rendercene conto per una potenza che oggi conta oltre 120 mila dipendenti, 8.250 nella sola regione Veneto. I sindacati denunciano questa “svendita”, il taglio del costo del lavoro e conseguente contrazione dei servizi offerti ai cittadini oltre ad evidenziare una pericolosa desertificazione finanziaria che rischierebbe di isolare piccoli comuni. Le mobilitazioni sindacali continuano e le richieste di un incontro al Ministero dell’Economia e Finanze si fa sempre più pressante.