NON SOLO STEFANI-MANILDO: VENETO, GIÀ SEI CANDIDATI
Mancano poche settimane, alle elezioni regionali in Veneto: più di 4 milioni, sono gli elettori chiamati alle urne per rinnovare il consiglio regionale ed eleggere il nuovo presidente della regione. E anche se i due principali sono i più noti, allo stato attuale sono già sei, i candidati che hanno annunciato la loro discesa in campo contendendo la posizione di presidente di Giunta.
Ai nastri di partenza, ovviamente, si stagliano i candidati delle due principali coalizioni, mentre gli altri, sostenuti da piccoli partiti o movimenti, non solo sgomitano per farsi conoscere dall'elettorato, ma dovranno innanzitutto superare lo scoglio della raccolta delle firme necessarie per le candidature.
Il centrosinistra, come noto, già a giugno aveva nominato il suo candidato: è il trevigiano Giovanni Manildo, rappresentante del PD ma sostenuto da un'ampia coalizione progressista. Dieci anni fa sconfisse alle comunali a Treviso lo sceriffo Gentilini, oggi ci riprova contro Alberto Stefani, 32 anni, enfant prodige del leghismo veneto e candidato del centrodestra unito dopo un lunghissimo peregrinare di tira e molla interno alla coalizione. Mercoledì prossimo la campagna partirà ufficialmente al Teatro Geox di Padova, con Salvini, Zaia e tutti i big del territorio. Ma a quattro mesi di distanza dalla sua candidatura, Manildo ha insomma qualcuno con cui confrontarsi.
Dietro sono in quattro, per ora, i candidati mono-lista che hanno già annunciato la loro discesa in pista: tra due settimane, esattamente un mese prima delle urne, andranno depositate firme e liste in Corte d'Appello a Venezia, e solo dopo il vaglio si capirà se poi effettivamente tutti finiranno sulle schede oppure no. Per ora, però, la loro candidatura è - a parole - pienamente operativa.
A staccarsi dalla Lega salviniana, per esempio, c'è il candidato di Liga Veneta Repubblica: l’ex segretario regionale Toni Da Re. Espulso per aver contestato Salvini due anni fa, parte spalleggiato da un partito venetista, motivo per cui gli è stato impedito di sostenere Stefani. Già sindaco di Loreggia ed ex presidente della provincia di Padova, ci prova anche Fabio Bui, sostenuto da "Popolari per il Veneto": un progetto autonomista, ispirato ai modelli come la Südtiroler Volkspartei o la CSU bavarese, proponendosi dichiaratamente come lontano dalle posizioni dei partiti tradizionali, ostaggio di Roma e delle logiche dei palazzi del potere. Di ben altra estrazione è il medico in pensione Riccardo Szumski, già sindaco di Santa Lucia di Piave per ben quattro volte e, durante la pandemia, accanito no vax, no mask e no green pass, che si candida come capofila della lista "Resistere". I "Pescatori di Pace" ci provano invece con Lorenzo Damiano, imprenditore trevigiano che parte dalle sue posizioni e ispirazioni ultracattoliche.
Per ora sono in sei, ma ci sono ancora due settimane di tempo: a fine ottobre, alla presentazione delle liste, si conosceranno i nomi di tutti coloro che corrono per la regione Veneto.