RUSSIA, L'ARTIGIANATO PERDE IL 20% DELL'EXPORT
Da un mese ormai siamo entrati nel terzo anno di guerra tra Russia e Ucraina. Un conflitto, iniziato con l'invasione del 24 febbraio del 2022, che ha avuto pesanti ripercussioni per le economie mondiali, e non solo per l'impennata estrema dei prezzi dell'energia negli ultimi due anni.
La guerra, pesa e ha pesato anche sulle esportazioni che un territorio come il Veneto ha costantemente, con entrambi i paesi. Il solo settore dell'artigianato, per esempio, ha perso mezzo miliardo di euro di export: il Veneto ha infatti un peso di quasi il 20% del totale delle merci italiane vendute, ed è particolarmente esposto sui mercati della Federazione russa ed Ucraina. Negli ultimi 18 mesi, (gli ultimi dati sono aggiornati a fine 2023) ha accusato un colpo duro: le esportazioni manifatturiere sono crollate del 21,7%.
1,5 miliardi di euro di merci sono finite in Russia, e 430 milioni in l’Ucraina. Un mercato molto importante per le merci delle piccole e medie imprese venete, artefici del made in Italy che tanto è apprezzato nell'est.
Le sanzioni internazionali verso la Russia colpiscono soprattutto i beni più costosi: ne è dimostrazione il fatto che sono crollate le esportazioni di mezzi di trasporto (-82%), di prodotti petroliferi (92%) e addirittura del tabacco (-93%). Contrariamente, sono invece cresciuti del 35% gli alimentari e del 30% le bevande, di circa l'8% sono cresciuti gli articoli di abbigliamento, che da soli rappresentano il 15% del totale delle esportazioni verso l'Est Europa.
Senza dimenticare, che ci sono prodotti vendibili ancora oggi, e per i quali i pagamenti arrivano senza problemi dall’est, e altri che sono invece colpiti da sanzioni. In questo caso, il trucchetto è quello di farli transitare da paesi cuscinetto, come la Serbia, che ricevono le merci e poi le inviano in Russia. Esattamente ciò che fa Putin con il grano russo, colpito da sanzioni, che però arriva in Europa attraverso la Turchia e viene poi rivenduto come turco.