FUOCO DI SANT'ANTONIO, INVITO DELL'ULSS: VACCINARSI
L’allarme arriva dalla sanità veneziana. Negli ultimi tempi sono stati tanti, tropi, i casi di fuoco di Sant’Antonio tra Venezia città e l’isola del Lido. A dirlo sono i medici di base, che nelle ultime settimane stanno riscontrando diverse diagnosi, molte più rispetto al passato.
Il virus del fuoco di Sant’Antonio, lo ricordiamo, è quello che provoca nei bambini la varicella, e che una volta contratta resta bloccato nei nervi e viene riattivato in presenza di periodi particolarmente stressanti o di difese immunitarie basse. Una volta attivato, causa perciò un eritema coperto da vescicole e, più che prurito, bruciore e un fortissimo dolore. I casi èpiù gravi che si riscontrano, perciò, sono quasi sempre persone anziane: i casi più difficili da trattare, perché hanno molto spesso già delle terapie farmacologiche in corso. Non sono da sottovalutare nemmeno quelle forme di Herpes Zoster che non si manifestano con sfoghi cutanei, ma con vere e proprie neuropatie, come la nevralgia.
Ciò che conta, in questi casi, è iniziare la terapia entro 72 ore, in modo da avere un effetto immediato su un virus che si trasmette per contatto cutaneo. I medici veneziani, visto il preoccupante aumentare dei casi riscontrato in queste settimane, ricordano però che ancor più importante è la prevenzione. Per il fuoco di Sant’Antonio c’è un vaccino, che viene offerto non solo ad anziani e fragili, ma anche giovani che sono soggetti al virus. La campagna vaccinale dell’Ulss 3 Serenissima, infatti, procede bene e nel 2023 si è superato il 51% degli over 65 coperti dal vaccino, raggiungendo il target regionale. Il 26 ottobre e il 30 novembre a Mestre, e il 9 novembre e 14 dicembre a Dolo, si terranno gli open day vaccinali aperti a tutti