Sono 300mila gli italiani affetti dal gioco d’azzardo patologico. Di questi solo 12mila il 10% è seguito da un medico. Questa patologia non ha età, colpisce l’anziano che dilapida velocemente i risparmi di una vita intera e riesce a fare breccia anche tra i giovanissimi grazie ai giochi on line. Si stima in Italia un esborso pro capite di oltre 1.400 € a causa della dipendenza. Il problema non è del solo malato ma è in grado di distruggere intere famiglie. Anche il Veneto non è esente dalla piaga, grazie all’impegno profuso dalla Sanità Regionale sappiamo che il 29% dei veneti ha giocato d’azzardo almeno 1 volta nella vita, il 10% è a rischio e 1 / 3 % sviluppa la patologia, nel 2021 in Veneto circa 1.200 persone erano coinvolte dal problema. Il Dipartimento Dipendenze Ulss6 attualmente segue 360 persone. Il problema però sicuramente ha numeri molto più grandi, non tutti hanno la forza per chiedere aiuto. L’opinione comune è che i SerD siano luoghi brutti, luoghi non adatti a ragazzi o anziani. Ecco nascere l’intuizione di raggiungere il malato grazie a passeggiate sui colli, arte terapia, ippoterapia per distogliere il pensiero fisso del gioco. Il SerD di Monselice è inoltre dotato di un macchinario di ultima generazione con cui effettuare la stimolazione magnetica transcranica ripetuta, tecnica non invasiva in grado di ridurre quasi a zero gli episodi di gioco compulsivo. Sono inoltre 2.000 gli studenti delle superiori coinvolti con la campagna sulle illusioni del gioco d’azzardo, inoltre è attivo il Progetto di prevenzione del radicamento nel tessuto locale del Disturbo da Gioco d’Azzardo “Cambio Gioco”.
L’intervista a: Dr.ssa ARIANNA CAMPORESE Medico Psichiatra SerD Ulss6
Servizio di EMILIANO SCHINCAGLIA