Continua la protesta degli studenti universitari contro il caro affitti. Da Venezia a Napoli, da Roma a Bari, in tutta Italia stanno spuntando tende e accampamenti fuori dalle sedi delle varie università. Città diverse, ma il messaggio è lo stesso: contrastare l’emergenza alloggi. Questa tematica è sempre stata una delle grandi preoccupazioni delle rappresentanze studentesche, ma negli ultimi anni, anche a causa della pandemia, è diventata sempre più problematica.
Tutto è cominciato lo scorso martedì 2 maggio, quando Ilaria, studentessa bergamasca, ha piantato la sua tenda fuori dal Politecnico di Milano. Il suo gesto è stato motivato dal voler protestare contro la situazione di difficoltà che stanno vivendo milioni di studenti, con anche le loro famiglie, nel sostenere le spese per vivere nelle città universitarie.
Rincaro degli affitti, con posti in stanza doppia che in alcune città raggiungono anche i 400€ al mese, mancanza di residenze universitarie, tagli ai fondi per il diritto allo studio nonostante l’aumento della popolazione studentesca. I portavoce della protesta chiedono dunque soluzioni rapide e concrete.
Da Palazzo Chigi, nel frattempo, arriva un primo provvedimento in riposta agli appelli degli studenti. Il Consiglio dei ministri avrebbe infatti approvato un emendamento al dl Pubblica amministrazione, che sbloccherebbe 660 milioni di euro destinati alla creazione di posti letto in alloggi o residenze per studenti. Risposta ritenuta comunque insufficiente, dicono gli studenti, mentre si preparano per lo sciopero generale contro il caro affitti previsto per il 26 maggio.