SPACCIO IN VENETO: ALBANESI E NIGERIANI IN SOCIETÀ
La relazione annuale Direzione Centrale per i Servizi Antidroga 2025, non lascia ombra di dubbio. Riassume per il Ministero dell’Interno; attività e risultati del nostro Paese nella lotta al traffico di droga. In Veneto lo spaccio delle sostanze stupefacenti “convenzionali”; hasish , cocaina , eroina e cannabis viene gestito da due grandi gruppi etnici che hanno stretto una proficua collaborazione. Albanesi e nigeriani si dividono i compiti e stanno consolidando sempre più il loro dominio sia a livello nazionale che in Veneto. I primi gestiscono i flussi che a seconda della tipologia di sostanza provengono dal Sud America, Africa o dall’Oriente. Forti produttori di eroina sono Afghanistan e Pakistan , la coca arriva da Perù , Bolivia e Colombia. Comunque tutto passa per l’Albania oltre che da qualche approdo italiano. Comunicazioni e movimentazione di denaro sono tutte criptate grazie ad app e piattaforme nel dark web. I proventi del traffico illecito vengono ripuliti attraverso criptovaluta. Le piazze e lo smercio della droga è gestito invece dai nigeriani , ramificati e capillari nel territorio e sopratutto sacrificabili in caso di arresto. Risse e scontri a colpi di machete non sarebbero una novità soprattutto nel venziano. Mestre è una delle piazze maggiormente contese tra le bande africane rivali tra loro e in lotta anche con i tunisini. Recente l’accoltellamento in zona stazione ai danni di un 33enne tunisino finito in Ospedale. Legami di sangue , quindi tra parenti caratterizzano le bande albanesi mentre nel caso dei pusher africani si tratta di appartenenze tribali o spesso religiose. Una vera e propria sfida quella quotidiana delle nostre Forze dell’Ordine divise tra; individuare le piattaforme sulle quali si sposta il denaro, intercettare i corrieri e smantellare lo smercio sulle strade. Dorga che ha una ricaduta in termini sanitari, sociali e di ordine pubblico per l’intera collettività dal costo pari a 6,7 miliardi di euro l’anno