DAVID, 5 ANNI, RAPITO DAL PADRE: “RIPORTALO A CASA”

05 Ottobre 2021 17:45

Quattro uomini a bordo di un furgone nero. Scendono in tre, mentre il quarto rimane alla guida. In due braccano una ragazza di soli 25 anni, mentre il terzo le strappa dalle mani il figlioletto di 5, che lei stava accompagnando a scuola a piedi come tutte le mattine. Risalgono sul furgone e sfrecciano via, tra le urla disperate della madre.

Accade a Padova, quartiere San Lazzaro: sono le 8.30 di martedì mattina, quando Alexandra, nata in Moldavia e da due anni arrivata in Italia con il figlioletto David, esce di casa in via Salandra. Sta accompagnando il piccolo alla scuola materna che lui frequenta a Mortise: nemmeno il tempo di girare l’angolo in via Giolitti, che da San Lazzaro si dirige verso la città, che il commando di quattro persone la assale e le porta via dalle mani il figlio, sfrecciando via. Le sue urla attirano l’attenzione del cugino Gheorge, che vive con lei e che si affaccia al terrazzo, e la soccorre insieme a un vicino.

A rapire David, 5 anni, in pieno giorno e in piena strada, è stato molto probabilmente il padre. La loro è una storia familiare turbolenta: David è nato nel 2016, in Romania, dal rapporto tra Alexandra e il compagno Bogdan, che ben presto però si logora. Lei rompe, torna dai genitori in Moldavia e non ne vuole sapere di acconsentire ai tentativi di riavvicinamento dell’ex compagno. È allora che Bodgan, cinque anni più grande di lei, passa all’azione: la rintraccia e la raggiunge in Moldavia, ne carpisce la fiducia, ma non appena riesce a rimanere da solo col figlio scappa e lo porta via con sé. All’epoca ci vollero otto mesi per ritrovarlo, a Bucarest: durante l’intervento della Polizia, quel giorno il padre aveva minacciato di gettarsi dal tetto di casa col figlio in braccio. Salvati entrambi, il figlio tornò sano e salvo tra le braccia della mamma, e i giudici di Bucarest decisero di emettere un ordine di protezione nei loro confronti.

Madre e figlio decidono quindi di trasferirsi in Italia, raggiungendo la nonna materna, e da allora la loro vita sembra tornare alla normalità: i genitori hanno colloqui solo tramite i rispettivi legali in Romania, e nel settembre del 2021 un giudice di Bucarest concede l’affido esclusivo ad Alexandra, vietando al padre qualunque tipo di avvicinamento.

Forse è proprio questo che lo fa esplodere. Dopo nemmeno un mese, e arriviamo a martedì mattina, il suo progetto viene messo in azione. Avviene tutto in pochi istanti, e Alexandra, dopo aver presentato la denuncia di rapimento ai Carabinieri di via Rismondo, lancia un appello sui social network, una richiesta di aiuto nel gruppo che riunisce i componenti della comunità moldava in città e che in poche ore raggiunge migliaia di condivisioni. Poi, disperata, si presenta in lacrime alla nostra redazione.

Le indagini dei Carabinieri sono scattate immediatamente, e al momento vige ancora il massimo riserbo sugli esiti delle stesse. Parrebbe confermato, tuttavia, che ad agire, insieme a tre uomini ancora sconosciuti, sia stato proprio il padre del piccolo.

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