Ciò che sta avvenendo da una settimana nell’Est Europa ha ripercussioni sulla nostra vita quotidiana. E non stiamo parlando dell’emergenza umanitaria in atto in tutto il continente, o della paventata guerra nucleare che la Russia sarebbe pronta a scatenare nei confronti di chi si opporrà alle sue richieste per il cessate il fuoco.
La guerra in Ucraina si ripercuote sulla nostra economia, sulle aziende che lavorano con l’Est, ma anche su quelle che ogni giorno sono costrette a fare i conti con i prezzi alle stelle delle materie prime. Bollette alle stelle, prodotti cerealicoli e farine – di cui Kiev è uno dei principali produttori d’Europa – schizzati verso l’alto, trasporti messi in ginocchio dal caro-carburanti: è inutile, comunque la si voglia guardare, pensare che tutto questo non si ripercuoterà sull’economia quotidiana degli italiani.
Il prezzo del gas naturale in Europa si è impennato del 30% in poche ore, e il petrolio a 104 dollari al barile ha superato un’altra soglia psicologica. E si può prevedere che nel giro di due mesi l’inflazione salirà ancora in maniera considerevole. La benzina oggi è arrivata mediamente in Italia a 2,02 euro al litro, mentre il diesel è a 1,90. E questo non si ripercuote solo sui nsotri spostamenti: gli autotrasportatori sono sul piede di guerra e minacciano di fermarsi: se cominceranno a scarseggiare derrate alimentari sugli scaffali, e materie prime dai fornitori alle nostre aziende, i costi di qualunque prodotto lieviteranno ancora.
La guerra, però, crea scompensi anche nel mercato alimentare. L’Ucraina è il granaio d’Europa, e quel che sta accadendo si sta riflettendo sui prezzi: il grano tenero sale di oltre 4 euro, 10 euro per il mais e per la soia, 7 euro l’orzo. Il costo delle materie prime peserà inevitabilmente sul prodotto al dettaglio: la pasta potrebbe arrivare a costare il 30% in più rispetto allo scorso anno, il pane almeno il 10% in più. E già oggi, panificatori e pasticceri, stanno facendo i conti con aumenti improvvisi.
Peggio ancora, va a chi con la Russia o l’Ucraina commercia e lavora direttamente. Aziende locali che si sono viste, in una settimana, crollare commesse e ordini. È il caso della Tomorrow Tecnology di Due Carrare, solo una delle tante che lavora con l’Est, progettando e costruendo macchinari per la produzione dei metalli. Anche da qui, passa la crisi economica.