STRAGI SUL LAVORO: VENETO AL SECONDO POSTO

23 Giugno 2022 11:17

Sono 27 i morti sul lavoro da inizio 2022 in Veneto, che si conferma così la seconda regione per numero di vittime sul luogo di lavoro. Verona detiene il primato con 8 decessi, a seguire Venezia con 4, Rovigo, Treviso e Belluno con 2, infine Padova e Vicenza con una sola vittima.

Tra le cosiddette “morti bianche”, la maggior parte avviene in occasione di lavoro, mentre una minor percentuale si verifica in itinere, cioè nel percorso da casa alla sede di lavoro,

Proprio nel veronese sono stati tre gli infortuni mortali avvenuti durante l’orario di lavoro questa settimana: a Legnago un uomo è morto dopo essere stato travolto da una matassa di ferro che stava spostando; a Fumane invece un ragazzo è stato investito e schiacciato dal trattore che stava guidando; a Brenzone, infine, un operaio di 65 anni ha perso la vita cadendo da un’altezza di 5 metri durante la ristrutturazione di una casa vacanze.

Dati sconfortanti che spingono sempre di più i lavoratori a denunciare le condizioni in cui si trovano, richiedendo misure più adeguate per tutelare la salute e la sicurezza del personale.

Nei primi quattro mesi dell’anno sono state circa 31.000 le denunce di infortunio, un dato in crescita del 45% rispetto allo scorso anno. Sanità, attività manifatturiere e trasporti i settori più interessati.

Numeri drammatici che portano il Veneto a rimanere nella cosiddetta “zona arancione”, secondo lo schema ideato dall’Osservatorio di Vega Engineering, che suddivide per fasce le varie regioni a seconda del rapporto tra numero di infortuni e popolazione lavorativa. Con un’incidenza del tasso di mortalità tra i più alti del Paese, e dunque superiore alla media nazionale, c’è però il rischio che il territorio veneto passi in “zona rossa” nel prossimo periodo.

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