Spesso, quando ci parlano del fenomeno della cosiddetta “tratta degli esseri umani”, tendiamo istintivamente ad identificarlo con ragazze, provenienti dall’estero, portate in Europa con le scuse e le promesse più disparate di un futuro migliore, e finite per lavorare vendendo al proprio corpo ai bordi delle strade.
Un’immagine che certamente non è sbagliata, ma che ormai, soprattutto in questi ultimi anni e nel nostro territorio, è solamente parziale. Le vittime della tratta sono in mezzo a noi: sono le donne sfruttate sessualmente, certo, ma sono anche i lavoratori sfruttati nei campi e nelle fabbriche, e non ultimo i ragazzi e le ragazze, spesso minorenni, messi a spacciare stupefacenti nei quartieri.
Il fenomeno, in Veneto, è più esteso di quanto non si pensi. Nel solo 2022, il progetto Navigare che da anni si occupa di far emergere, accogliere e accompagnare le vittime della tratta, è riuscito a contattare e scovare migliaia di vittime, che rappresentano però una parte minima, del panorama complessivo dello sfruttamento. E il paradigma, negli ultimi anni, si è letteralmente capovolto, perché al giorno d’oggi sono sfruttati più gli uomini rispetto alle donne, e sono più i lavoratori sfruttati, soprattutto in ambito agricolo, rispetto alle vittime della tratta sessuale.
Il reclutamento oggi è molto più sommerso e nascosto, un fenomeno che la pandemia ha accentuato ancora di più. Le persone che scappano dai loro paesi di origine, attraverso reti di conoscenze più o meno estese, sanno perfettamente che la loro unica chance per andarsene è rivolgersi ad associazioni criminali.
Non tutte le persone contattate, alla lunga, accettano di essere aiutate, e questo è un altro aspetto del problema. Con l’istruzione, l’educazione, l’avviamento ad una professione, uomini e donne possono provare a costruirsi una vita vera. Con l’aiuto delle associazioni di volontariato e le ong, che finanziate dalla Regione portano avanti la capillare opera sul territorio, e con quello dei Comuni che in ultima istanza procurano loro alloggi e documenti. In Provincia di Padova, nel 2022 sono state contattate 541 persone vittime di sfruttamento, nella stragrande maggioranza dei casi lavoratori sfruttati dai caporali: di questi, solo 36 (21 uomini e 11 donne) hanno deciso di farsi aiutare con la presa in carico delle associazioni. Che il 18 ottobre, nella sedicesima Giornata Europea contro al Tratta, fanno sentire la loro voce chiedendo di essere sostenute.