SMART WORKING, IL GOVERNO VALUTA LA PROROGA

06 Dicembre 2022 12:37

Una delle tante conseguenze della pandemia, diventata ormai quasi la normalità, è lo smart working, ossia il cosiddetto lavoro agile, quello svolto da remoto. Questa modalità di lavoro è assicurata fino al 31 dicembre 2022 per i lavoratori fragili, ovvero i dipendenti dotati di una certificazione medica che attesti i maggiori rischi del Covid: si tratta di persone affette da patologie pregresse, con disabilità gravi o pazienti oncologici e quelli sottoposti a particolari terapie, oltre che per genitori di bambini sotto i 14 anni. Ad oggi molte aziende si stanno già accordando con i sindacati per dividere la settimana, in modo da svolgere 2 o 3 giorni da remoto e i restanti nel luogo di lavoro, per evitare la solitudine totale e l’isolamento. Ma la manovra del nuovo Governo sembra poter prorogare questa norma che potrebbe essere inserita nel decreto Milleproroghe, assicurando dunque il lavoro a chi fatica a recarsi tutti i giorni in ufficio, sia nel pubblico che nel privato. Secondo uno studio condotto dall’Istituto per l'analisi delle politiche pubbliche (Inapp) su oltre 15mila persone e 5mila imprese del privato extra agricolo, lo smart working viene ritenuto utile dal 66% dei datori di lavoro perché incrementa la produttività e consente un risparmio sui costi di gestione degli spazi fisici, favorendo anche maggiori organizzazione e benessere del lavoratore. Ad oggi ammontano a 3 milioni e 570 mila i lavoratori in smart working, con una crescita prevista per il 2023 fino a 3 milioni e 630 mila.

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