ISKENDERUN DISTRUTTA “IL TERREMOTO UNISCA I POPOLI”

08 Febbraio 2023 17:10

E’ uno scenario apocalittico quello che dalla Turchia e Siria appare agli occhi del Mondo. Il numero delle vittime dopo le due principali scosse di terremoto che hanno colpito l’Anatolia e la Siria lo scorso lunedì 6 febbraio, cresce di giorno in giorno. Le unità di crisi parlano di oltre 8.000 vittime ma la stima potrebbe crescere vertiginosamente raggiungendo quota 20.000. E’ come se improvvisamente uno dei tanti comuni italiani venisse spazzato via. L’Italia conosce bene quello che stanno vivendo queste persone ecco perché è tra le 70 nazioni attive nei soccorsi e negli aiuti. Ancora nessuna notizia di Angelo Zen tecnico orafo residente in Veneto in Turchia per lavoro. La Farnesina è costantemente collegata con la Turchia e con la famiglia dell’imprenditore. Notizie terrificanti continuano ad arrivare da Iskenderun sulla linea delle faglie i cui spostamenti hanno scatenato il terremoto e lo sciame sismico che perdura e sta causando ulteriori crolli. La Cattedrale di Iskenderun o Alessandretta città turca porto marittimo che affaccia sul Mediterraneo è andata distrutta così come moltissimi edifici. Manca di tutto, attualmente molte persone sono ancora sotto le macerie , a lenire le ferite di questa regione tra le più colpite dal sisma la presenza dei Gesuiti del Vicariato Apostolico dell’Anatolia che stanno con non poche difficoltà offrendo rifugio alle molte famiglie che hanno perso tutto. E’ una corsa contro il tempo. Il Gruppo TV7 ricorda che il Vicariato Apostolico dell’Anatolia ha aperto un conto corrente per contribuire in aiuto della popolazione terremotata. Tutti i dettagli nel sito www.gruppotv7.com

Progetto Agata Smeralda ODV 

▪ Bonifico bancario presso 
ChiantiBanca Credito Cooperativo, Firenze 
IBAN IT 91 K 0867 3028 0300 0000 3333 33, 
codice Bic Swift ICRAITRRIP0 

Le testimonianze di : Mons. PAOLO BIZZETI Vicario Apostolico dell’Anatolia , Padre ANTUAN ILGIT Vicario Generale Vicariato Apostolico dell’Anatolia

Servizio di EMILIANO SCHINCAGLIA

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