MEDICI SENZA FRONTIERE:IN SIRIA AIUTI INSUFFICIENTI

20 Febbraio 2023 17:56

E' davvero alto il rischio che i riflettori a livello internazionale possano spegnersi dopo un primo intervento in soccorso delle popolazioni coolpite dal terremoto in Turchia e Siria. E' proprio quest'ultima a pagare il prezzo più alto a causa di un conflitto interno contro il regime di Assad.

Incessante, è il termine che più si adatta all’impegno della ONG Medici Senza Frontiere presenti da 10 anni in Siria. Un territorio martoriato da 12 anni di guerra che ha prodotto milioni di morti e di sfollati, carestie e dove manca tutto a cui ora si somma la tragedia del terremoto. La conta dei morti tra Turchia e Siria sale a oltre 47 mila vittime. Le squadre italiane con Vigili del Fuoco e personale medico Usar coordinate dal Dipartimento di Protezione Civile sono rientrate in Italia atterrando all’Aeroporto militare di Pisa, mentre al Marco Polo di Venezia nel pomeriggio di domenica 19 febbraio è rientrata la salma di Angelo Zen imprenditore orafo morto sotto le macerie dell’albergo in Turchia dove si trovava per motivi di lavoro.
Un popolo quello siriano, che dipende ormai dagli aiuti umanitari che lentamente sono diminuiti. Prima delle scosse del 6 febbraio scorso nel Paese con non poche difficoltà entravano una media di 200 camion a settimana con kit di primo soccorso e generi di prima necessità , questo in parte per la situazione dettata dal conflitto e in parte perché i riflettori sulla Siria a livello internazionale si sono spenti. Attualmente in questi 14 giorni, hanno fatto ingresso attraverso i 3 valichi di confine aperti 178 camion ONU e 14 camion di Medici Senza Frontiere, entrati nel fine tettimana. MSF è intervenuta sin dalle prime ore successive al terremoto, mobilitando uno staff di 500 persone in Siria e inviando donazioni di kit di emergenza e farmaci, è attiva con 4 cliniche mobili nei centri per sfollati per offrire cure mediche di base  e supporto psicologico alle persone colpite dal terremoto, assistendo 7.600 persone nei territori di Aleppo e Idlib.

L’intervista a: Dr.ssa MONICA MINARDI Presidente Medici Senza Frontiere Italia

Servizio di EMILIANO SCHINCAGLIA

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