L'inchiesta di Tv7 dedicata al gioco d'azzardo oggi vi parla di come la liberalizzazione delle sale scommesse ha aperto la porta al malaffare: l'azzardo oggi è controllato in buona parte dalle mafie, che fanno affari d'oro rischiando praticamente nulla. ///
Abbiamo lungamente parlato, nelle precedenti puntate dei nostri servizi su Tv7 dedicati al tema, delle intromissioni delle lobby e degli interessi di parte nelle scelte politiche che hanno portato all’attuale caos del gioco d’azzardo in Italia. Quello che ancora non vi abbiamo raccontato è l’altra faccia della medaglia: il gioco d’azzardo in Italia è stato liberalizzato, a partire dagli anni Novanta, per toglierlo dal controllo della criminalità. Ma gli interessi della malavita, in questo settore, sono ampi, radicati e ramificati. La mafia fa affari d’oro, con il gioco d’azzardo: sia quello illegale, ovviamente, ma anche sfruttando il gioco legale. E lo fa con sistemi vari e all’avanguardia, tanto che nel gioco digitale è ancora complicato, per le forze dell’ordine e la Magistratura, seguirne le tracce. Ma soprattutto lo fa perchè le conviene: il gioco d’azzardo è molto meno rischioso rispetto a molte altre tipologie di malaffare. Importare droga dal Sudamerica comporta una lunga e costosa serie di intrecci e rapporti, dalla corruzione delle polizie di mezzo mondo alla logistica vera e propria. Fare soldi con un computer e un server estero, invece, è doppiamente favorevole: grandi profitti, e bassi rischi.
(Intervista a GIULIA MIGNECO – Avviso Pubblico)
Per la mafia, il gioco è da un lato una fonte di profitto, dall’altro un sistema per riciclare denaro sporco. Nel 2018, la celebre operazione “Galassia” aveva portato a 68 misure cautelari nell’ambito del gioco online, per un giro d’affari di circa 1 miliardo di euro, dimostrando per la prima volta che le diverse organizzazioni mafiose avevano collaborato, si erano messe insieme per fare affari: conveniva a tutti, in barba alle antiche ruggini, aprire una partnership mai vista prima.
E infatti le mafie hanno diversi modi per sfruttarle: acquisiscono società di gioco e scommesse attraverso prestanome, inseriscono i loro uomini in imprese del settore, acquistano i “Gratta e vinci” sicuramente vincenti, gestiscono le scommesse online su server esteri. Oppure, meglio ancora, distribuiscono le loro slot sul territorio: così facendo non solo guadagnano dalle macchinette, ma costringono gli esercenti a piazzarle. E questo altro non è che un modo di controllare il territorio, pratica di importanza fondamentale per le organizzazioni criminali. Oppure ancora clonano le schede delle slot, così da eludere l’Agenzia delle Dogane e il Fisco, o sfruttano la ludopatia della gente con prestiti usurari. Ce n’è per tutti i gusti: il problema dello Stato è trovare il modo di opporsi.
(Intervista a GIOVANNI ENDRIZZI – già Senatore M5S e membro Commissione d’inchiesta parlamentare)