Ambiente, sicurezza idraulica e trasporti sostenibili in Veneto hanno un comune denominatore: l’idrovia Padova Venezia mare, la più grande opera incompiuta a livello regionale, sebbene costata fior fiore di miliardi delle vecchie lire.
L’idea di un collegamento Padova Venezia per il trasporto merci via acqua risale agli anni ‘60. Dei 27 chilometri e mezzo di lunghezza, solo brevi tratti ne sono stati realizzati: una serie di monconi inutilizzati il più lungo congiunge la zona industriale di Padova a Vigonovo.
A distanza di tempo undici realtà del territorio si sono riunite dando vita al Gruppo per l’Idrovia, il cui obiettivo è di riprendere il progetto dell’opera datato 2016 che avrebbe tutte le caratteristiche per rientrare nei progetti finanziabili dal PNRR. Per sensibilizzare l’opinione pubblica alla tematica, il gruppo per l’Idrovia organizza serate di discussione; la prossima si terrà a Battaglia Terme e vedrà l’intervento dell’ingegnere Luigi D’Alpaos.
Ma attualmente la priorità più che all’ultimazione dell’Idrovia è rivolta alla realizzazione di nuovi invasi per creare serbatoi di acqua contro l’emergenza idrica. Il consorzio di Bonifica del Bacchiglione sta progettando l’ampliamento di quello tra i comuni di Dolo e Camponogara e uno nuovo nel comune di Vigonovo.
Efficace sarebbe anche l’aggiornamento delle tecniche di irrigazione.
Intervista a: Ing. LUIGI D'ALPAOS, Professore emerito di Idraulica dell'Università di Padova