Giovedì sera, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge sull'autonomia, approvato dopo qualche leggera modifica al testo che era stato varato in prima istanza il 2 febbraio scorso. Per la maggioranza, e soprattutto per la Lega e i suoi governatori, un successo su tutta la linea, anche se il prossimo passo è l’iter in Parlamento e la definizione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, due punti che richiederanno almeno un anno di lavoro legislativo, a meno che non sorgano intoppi. Ostacoli che il Governo sicuramente incontrerà, secondo il partito Democratico, che in risposta alla legge delega di Calderoli ha presentato in Senato, a firma del segretario regionale veneto, Andrea Martella, una proposta di legge per modificare il titolo V della Costituzione, e togliere così facendo alcune materie, dall’alveo di quelle che la Carta prevede come differibili. Sul piano teorico, un percorso ancora più tortuoso, visto che una legge costituzionale ha tempi lunghissimi e richiede due letture in entrambe le Camere, ma all’atto pratico un modo per avviare una discussione politica che, a detta dei dem, sinora non c’è stata e ha coinvolto pochissimo il Parlamento.
ANDREA MARTELLA – Segretario regionale Partito Democratico
Tra le materie che il PD vorrebbe togliere da quelle affidabili alle Regioni, riportandole sotto la competenza esclusiva dello Stato, ci sono su tutte l’istruzione, i trasporti e l’energia. Troppo alto il rischio, secondo i democratici, che affidandole alla competenza regionale portino a squilibri territoriali nei servizi minimi, di settori invece strategici e di importanza fondamentale per il paese.
IVO ROSSI – Responsabile forum autonomia e regionalismo PD
La certezza, per Martella, è che comunque vada quello del decreto autonomia non sarà, nonostante l’approvazione del Governo un percorso da oggi in poi in discesa.
ANDREA MARTELLA – Segretario regionale Partito Democratico