In tutta questa settimana abbiamo aperto un'inchiesta sul gioco d'azzardo, sui pericoli e sugli affari che ci ruotano intorno. Oggi, concludendo i nostri approfondimenti, parliamo delle sue conseguenze: le conseguenze economiche per lo Stato, nel gestire i giocatori patologici ///
Secondo l’Agenzia delle Dogane, nel 2022 gli italiani hanno speso circa 130 miliardi di euro nel gioco d’azzardo, e 10 miliardi circa è la cifra che è entrata nelle casse dello Stato. E secondo l’Istituto superiore di Sanità in Italia ci sono un milione e mezzo di giocatori “problematici”, 1,4 milioni “a rischio moderato” e 2 milioni “a basso rischio”: parliamo soprattutto di giovani fra i 14 e i 19 anni, e uomini e donne al di sopra dei 65. Perché partiamo da qui?
Perchè la ludopatia, riconosciuta come malattia dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, è entrata nei Livelli Essenziali di Assistenza del Servizio sanitario nazionale, e quindi al di là delle entrate erariali, la Sanità ha dei costi con cui far fronte alla malattia dei giocatori compulsivi. Quello che ancora non sappiamo per certo, nero su bianco, è quanto costi, all’Italia, il gioco patologico in tutte, le sue conseguenze. I costi sanitari sono solo una minima parte di quanto ricade sulla società italiana: c’è una fetta ben più ampia e problematica, quella dei costi sociali, che rappresenta un mondo vasto e sconfinato.
A a dare una dimensione al fenomeno, ci ha provato alcuni anni fa Federserd, la federazione italiana che riunisce gli operatori dei servizi delle dipendenze. E in una precisa ricerca, gli specialisti avevano ricostruito come, per 1,2 milioni di ludopatici in Italia, i costi sociali per lo Stato ammontassero a 2,7 miliardi di euro all’anno. Una risultato che potrebbe far pensare come per lo Stato sia conveniente il gioco, perché il gettito rimane tre volte superiore alla spesa. Ma il limite dello studio, è per esempio il calcolo crudo dei costi per le finanze statali, mentre ci sarebbero anche quelli che ricadono sulle famiglie dei giocatori.
Andiamo però per ordine. Le spese sanitarie comprendono i costi diretti del trattamento dei giocatori in cura, e tutti gli altri costi associati, in termini di prevenzione, studi e campagne informative a carico del Servizio Sanitario nazionale: mediamente, il calcolo arriva a circa 50 euro all’ora, con un costo stimabile per lo Stato tra i 55 e i 65 milioni di euro.
Ci sono però da aggiungere anche le spese socio-sanitarie indirette: si tratta dei costi associati allo stato di salute psico-fisica dei giocatori, e i costi familiari. Un giocatore patologico, molto spesso, soffre di stress, depressione, ansia, fa uso di alcol o sostanze stupefacenti: disturbi a cui lo Stato prova a fare fronte. A cui si aggiungono i risvolti sociali sulle famiglie: separazioni, divorzi e rottura familiari. Secondo Federserd, una voce che complessivamente allo Stato costa più di 300 milioni di euro all’anno.
Terzo punto del problema: il giocatore patologico perde il lavoro o riduce la sua produttività (se un giovane, gli stessi deficit rientrano nell’ambito scolastico). In questo caso le casse dello Stato perdono produttività e contribuzione pensionistica, a cui aggiungono le spese per i programmi per ridurre la disoccupazione, e le spese sociali di sostentamento alle famiglie sul lastrico: un complessivo da un miliardo e mezzo di euro.
Infine, da non dimenticare, ci sono i costi sostenuti dal sistema giudiziario: il giocatore patologico ha costante bisogno di denaro, che si procura nelle maniera più disparate (e disperate), incorrendo in un numero oscuro di reati ben superiore a quelli identificati. Furto, appropriazione indebita, frode, ma anche crimini violenti, spesso all’interno delle mura domestiche. Lo stato, perciò, paga gli interventi delle Forze dell’Ordine, le indagini, i procedimenti giudiziari e il sistema penitenziario. Una stima di massima, per i giocatori d’azzardo, si aggira intorno agli 800 milioni di euro all’anno.
Possiamo quindi tracciare una linea e avere una somma definitiva? Tecnicamente no, perchè non sappiamo con certezza quanti siano i giocatori patologici: per il Dipartimento delle Politiche Antidroga, la malattia da gioco colpisce dallo 0,5% al 2,2% della popolazione. E la spesa statale, varia quindi da un minimo di 730 milioni di euro, ad un massimo di 5,1 miliardi. Se il numero dei giocatori patologici in Italia continuerà a crescere, però , è probabile che un giorno si arrivi al punto di non ritorno, in cui anche per le casse pubbliche non converrà più. Ma il timore è che, a quel punto, sia troppo tardi per provare a tornare indietro.