Padova città delle acque. Ma a quanto pare ci sarebbe bisogno di più ponti, almeno stando agli ingorghi che nelle ore di punta si formano in certe zone della città prospicienti a manufatti più o meno storici, ma in ogni caso troppo piccoli per sostenere l’attuale mole di traffico, figuriamoci per in futuro.
E’ il caso questo del ponte dei Graissi o dei Greci il cui nome sembra derivare dal passaggio del greco Cleonimo. Il manufatto in pietra, a un’unica arcata fu sempre strategicamente importante per i collegamenti tra Venezia e Padova e lo è ancor oggi quale porta di accesso alla città per chi proviene dalla zona industriale e dai comuni oltre questa. Ma il ponte costituisce soprattutto il principale collegamento tra il rione San Gregorio, la ZIP e la Stanga. Non solo quotidianamente è percorso da numerose autovetture, ma anche dai voluminosi autobus.
Ci chiediamo quindi: la viabilità della zona non beneficerebbe se accanto a questo ponte se ne realizzasse un altro? Sicuramente migliorerebbe la sicurezza di ciclisti e pedoni che da via Turazza attraversano il ponte per proseguire nel percorso pedonale e che per la configurazione stessa del manufatto sono poco visibili, se non all’ultimo momento, agli automobilisti.
Se in aggiunta si realizzasse anche una strada, collegamento diretto con via Longhin, anche la Stanga beneficerebbe di una certa riduzione del traffico e di conseguenza dell’inquinamento.
Il rione San Gregorio e l’intera zona di Terranegra, area prettamente residenziale, è in espansione, ma è collegata al resto della città tramite strade strette e a unico senso di marcia, sebbene lo spazio per allargare alcune di queste non manchi. E’ il caso della già citata via Turazza, per non parlare di via Gattamelata, accesso principale verso l’ospedale e che ad un certo punto si restringe in un’unica corsia.
Un altro punto nevralgico per il traffico della zona è il ponte lungo via Salvini a poca distanza. In questo caso le corsie sono due, ma la carreggiata è talmente stretta che se non si fa attenzione c’è il rischio concreto di lasciarci uno degli specchietti laterali. Anche qui per evitare i rallentamenti e le conseguenti code che inevitabilmente si formano nel dare la precedenza, non sarebbe utile pensare alla realizzazione di un secondo ponte parallelo all’esistente?
E che dire del ponte San Gregorio che con il lungargine Rovetta genera un incrocio pericoloso e a scarsa visibilità? Qui è stata finanziata la realizzazione di una rotatoria, ma anche in questo caso lo spazio per realizzare un altro ponte, non manca.
Accorgimenti questi che possono rivelarsi utili per migliorare la viabilità, decongestionare il traffico a beneficio dell’ambiente.