Domenica 28 maggio torna la Vogalonga, manifestazione sportiva ludico-motoria amatoriale, non competitiva, che si svolge nel contesto della laguna di Venezia, giunta alla sua 47esima edizione.
Al via quest’anno quasi duemila imbarcazioni di tutti i tipi, per oltre 7300 partecipanti giunti da 40 diversi paesi del mondo.
La partenza è fissata per le 9 del mattino dal Bacino di San Marco. Il percorso, di 30 km da concludere in sei ore, prevede il passaggio anche per Burano e Murano prima di tornare a Venezia dove, dopo il canale di Cannaregio e il Canal Grande giunge all’arrivo di Punta della Dogana di fronte a San Marco.
Un’occasione per vedere Venezia, la laguna e le isole direttamente dall’acqua, un osservatorio di certo privilegiato.
Nata a metà degli anni Settanta quando erano ormai pochi gli appassionati della voga alla veneta, in un mondo sempre più volto al motore, ha permesso di riscoprire il remo e ha quindi portato alla nascita di moltissime società remiere.
Associazioni che ancora oggi si battono per mettere un freno al moto ondoso. Si tratta del movimento dell’acqua causato proprio dalle barche a motore che transitano, in molti casi, a velocità troppo sostenuta, provocando diverse conseguenze. Da un lato creano un ulteriore degrado della città, con i muri di sponda dei canali che cadono sempre più a pezzi colpiti ripetutamente dalla forza delle onde. Dall’altro però mettono in pericolo anche la navigabilità dei canali di Venezia, soprattutto da parte delle barche a remi, più fragili rispetto a quelle a motore.
Per questo le società remiere chiedono che venga introdotto un regolamento ad hoc per gestire il traffico in laguna, e poi che vengano emanate le norme per omologare i sistemi di controllo da remoto delle imbarcazioni che transitano lungo i canali. Dei veri e propri “velox” che permettano di rilevare la velocità delle barche. Sistemi che ci sono ma che, come detto, non sono ancora omologati, quindi non possono essere utilizzati per sanzionare chi naviga troppo velocemente.