USA-IRAN, TEHERAN ANNUNCIA VENDETTA, E ORA?
Martello di Mezzanotte. Sembra il titolo di un film d’azione, invece è il nome della missione americana che nella notte tra sabato e domenica ha colpito tre impianti nucleari iraniani a Fordow, Natanz e Isfahan. È questa l’ultima scommessa di Donald Trump. Una mossa da tutto o niente che sta causando un significativo incremento delle tensioni non solo in Medio Oriente ma in tutto il mondo.
Nel discorso avvenuto subito dopo i bombardamenti, il tycoon si è detto sicuro che le capacità iraniane di arricchimento dell’uranio fossero state “completamente e totalmente annientate”. La verità però è che al momento non è possibile quantificare i danni. Le immagini satellitari mostrano sì distruzione e crateri profondi ma non è dato sapere se ciò ha compromesso in modo rilevante il programma nucleare iraniano. Molti analisti ritengono infatti che l’Iran si sia cautelato prima degli attacchi, spostando altrove oltre 400 chilogrammi di uranio arricchito.
Mentre il segretario di Stato, Marco Rubio, prova timidamente a calmare la situazione, proponendo all’Iran dei negoziati sul nucleare civile, Donald Trump continua invece a soffiare sul fuoco, sponsorizzando un cambio di regime a Teheran.
L’Iran promette vendetta. La tv nazionale ha diffuso una mappa con le basi americane in Medio Oriente. Il messaggio è chiaro: “Trump ha iniziato, noi finiremo”. “L’amministrazione statunitense porta la responsabilità esclusiva e totale per le conseguenze delle sue azioni”. Così il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, che domenica sera è volato a Mosca per incontrare Vladimir Putin. Un quadro che ora dopo ora diventa sempre più complicato ed imprevedibile.
Oltre all’attacco delle basi americane in Medio Oriente, la risposta iraniana potrebbe concentrarsi sulla chiusura dello stretto di Hormuz, rotta strategica per il trasporto di petrolio e gas naturale liquefatto. Altre vie prevedono invece attacchi informatici e terroristici.
Nel frattempo le ostilità con Israele continuano senza sosta. In mattinata l’Idf ha lanciato nuovi attacchi contro Teheran, colpendo l’edificio della Radiotelevisione della Repubblica Islamica dell’Iran e la prigione di Evin.