MARCHE, CDX AVANTI: DOMANI È IL GIORNO DI STEFANI?
Nella giornata di domani si capirà molto, sulle strategie del centrodestra per la corsa verso le regionali del Veneto. Mancano otto settimane al voto, siamo già ben oltre il fuori tempo massimo, eppure possiamo dire che finalmente sembra che ci siamo. Martedì 30 settembre, a Lamezia Terme, si tiene infatti una grande manifestazione del centrodestra unito, a sostegno del candidato calabrese Roberto Occhiuto, che si era dimesso dopo l’inchiesta per corruzione in cui è indagato ma che ha rimesso la valutazione direttamente agli elettori, che alle urne andranno domenica prossima.
A margine dell'evento, si vocifera che arriveranno finalmente anche le investiture ufficiali ancora rimaste in sospeso: tra queste, anche il Veneto, che potrebbe rimanere alla Lega, e vedere candidato presidente il deputato e segretario regionale Alberto Stefani, in cambio però di alcune concessioni. Forza Italia ha già rivendicato, domenica, il candidato sindaco di Verona: una discesa in campo con due anni di anticipo, ma che la dice lunga sul peso del lasciapassare per la corsa a Palazzo Balbi. "Mai più separati", ha detto Tajani ricordando l'ultima debacle che ha portato a sindaco il democratico Damiano Tommasi. E così pure in Veneto: no ad una lista Zaia, sì a Stefani ma a patto che l'ex presidente finisca nelle liste leghiste. Su queste basi, l'accordo sembra ormai fatto.
A maggior ragione se, come sembra dalle prime proiezioni di oggi pomeriggio, verranno confermati i primi trend delle regionali delle Marche. L'avevano definita l'Ohio italiana, la regione del adriatica, per l'importanza nello scacchiere politico: non tanto perché abbia lo stesso peso col parallelo americano in valore assoluto, quanto più perché è una delle poche regioni realmente contendibile. E per quanto sul filo di lana, proprio dai primi risultati di oggi pomeriggio sembra che ilo centrodestra, con il governatore uscente Francesco Acquaroli, sia in leggero vantaggio sull'europarlamentare dem Matteo Ricci, che aveva riunito il campo largo. Se la riconferma dell'esponente FDI, e fedelissimo di Giorgia Meloni, sarà confermato dai risultati definitivi, il via libera a Stefani in Veneto potrebbe essere quasi scontato, perché i meloniani avrebbero già quella spilletta che, senza la vittoria nelle Marche, sarebbe stata in forte dubbio. L'autunno caldo delle urne (sette regioni e oltre 17 milioni di elettori al voto) è appena iniziato: il Veneto, adesso, spera davvero che il nome del candidato sia questione di ore.