ACTV, LA PROTESTA DEI LAVORATORI: "SCIOPERIAMO"
Non ci stanno a passare per assenteisti, a sentir dire di essere loro la causa del caos nel trasporto pubblico veneziano, soprattutto per quanto riguarda i vaporetti.
I lavoratori di Actv, allora, decidono di parlare e soprattutto di raccontare la loro verità.
I disagi ci sono, sono sotto gli occhi di tutti. Proseguono dall’inizio dell’estate. Ma la colpa non è certo dei dipendenti, dicono. Anzi, denunciano condizioni di lavoro insostenibili.
Turni massacranti, con soli 6 minuti di pausa tra una corsa e un’altra che non danno nemmeno il tempo di andare in bagno.
O ancora, orari di lavoro saputi solo all’ultimo minuto.
E non è vero, specificano, che le corse saltano perché i dipendenti chiedono troppi permessi. E rimarcano che i congedi parentali e quelli nell’ambito della legge 104 – che tra l’altro, dicono, non sempre vengono concessi – sono diritti previsti dalla legge, e se l’azienda va in sofferenza per questi motivi evidentemente non è un’azienda governata bene.
Actv conta 2400 dipendenti, in continuo calo rispetto agli anni scorsi. Per il calo delle assunzioni, certo, ma anche perché lavorare in Actv, che un tempo era un vanto, ora non è più appetibile. E non solo per le basse retribuzioni.
Il risultato? Entro i prossimi 5 anni andranno in pensione 100 lavoratori, entro i cinque anni successivi altri 100. Il rischio, dicono un po’ provocatoriamente, è che Actv scompaia, se si va avanti così.
Nel trasporto su acqua mancano una trentina di marinai, soprattutto piloti. Ma a fronte di questi numeri, l’azienda non ha razionalizzato le corse, anzi. Ha promesso un piano impossibile da realizzare. Con il risultato che ogni giorno saltano 50 corse, circa il 10% del totale, che le tratte più frequentate sono cariche di turisti, e che i collegamenti con le isole sono pressoché assenti.
Per questo anche i lavoratori del trasporto pubblico veneziano aderiranno allo sciopero nazionale previsto per il prossimo 9 settembre.