AFFITTI BREVI A VENEZIA: AFFARE DA 650 MILIONI
Il mercato degli affitti brevi a Venezia ha raggiunto un valore stimato di 650 milioni di euro. Sono circa 9.000 gli annunci attivi sulle principali piattaforme digitali, con una crescita del 25% negli ultimi tre anni. Lo rivela un nuovo studio condotto da ReportAziende.it, che ha analizzato l’impatto economico del settore nelle principali città italiane.
Le tariffe veneziane risultano superiori del 20% rispetto alla media nazionale, ma secondo le previsioni la crescita rallenterà nei prossimi anni: entro il 2026 si stima un incremento annuo contenuto, tra il 3 e il 4%.
Nonostante la portata economica del fenomeno, in città resta bloccata l’adozione di un nuovo regolamento comunale sugli affitti brevi. La norma, annunciata nell’ottobre del 2024, è ferma a causa dei tempi tecnici e delle divisioni interne alla Giunta. Venezia ha la possibilità di intervenire da tre anni, ma non lo farà almeno fino alle elezioni della primavera 2026.
A livello nazionale, intanto, sembra scongiurato l’innalzamento al 26% della cedolare secca sugli affitti brevi. La misura, presente in una prima bozza della legge di bilancio, aveva provocato tensioni nella maggioranza: favorevoli Fratelli d’Italia, contrari Lega e Forza Italia.
Contrasto anche tra gli operatori del settore. Le associazioni dei proprietari si sono dette contrarie, temendo un aumento del sommerso. Di opinione opposta Federalberghi, che considera l’intervento necessario per contrastare la concorrenza sleale da parte delle locazioni turistiche non regolamentate.