BORASO PARLA OTTO ORE, MA PER ORA RIMANE IN CARCERE
Per ora, l’ex assessore veneziano Renato Boraso rimane in carcere. Dopo aver sostenuto otto ore di interrogatorio fiume, negli uffici di piazzale Roma della Procura di Venezia, il suo legale, l’avvocato Umberto Pauro, non ha presentato istanza di scarcerazione. E questo perché, anche se nel primo colloquio Boraso non si è risparmiato e di fronte ai pm veneziani ha provato a chiarire punto per punto le contestazioni che gli vengono mosse, di interrogatori ce ne saranno altri. Il confronto con i magistrati proseguirà in altre giornate, le cui date non sono state ancora decise, probabilmente ne serviranno almeno altre due per completare la ricostruzione dei 12 episodi corruttivi finiti all’attenzione della Guardia di Finanza.
Boraso, finto in carcere lo scorso 16 luglio, misura poi confermata dal Tribunale del Riesame il primo agosto, ha iniziato a ripercorrere i fatti con un quadro generale del suo operato, sia sul fronte di assessore, sia su quello della professione di mediatore immobiliare.
Le sue dichiarazioni sono state videoregistrate, come previsto dalla legge. L’ex assessore ha provato a fornire spiegazioni precise su quelle che ha sempre sostenuto, con il suo legale, essere somme di denaro da lui ricevute in cambio di prestazioni professionali, senza alcun collegamento con il suo ruolo pubblico. Una posizione ben diversa da quella ipotizzata dagli inquirenti, secondo i quali sarebbe stato lui in prima persona a mettere in piedi un collaudato sistema per garantire o promettere gare e provvedimenti urbanistici favorevoli ad alcuni imprenditori.
L’inchiesta non è conclusa: serviranno almeno altri due interrogatori, ma per ora Renato Boraso rimane al Due Palazzi.