VENEZIA, STOP AL REGOLAMENTO SUGLI AFFITTI BREVI
Era stato annunciato lo scorso 24 ottobre e aveva l’aria di una rivoluzione. Almeno per il momento, però, rivoluzione non sarà.
Il regolamento che doveva limitare gli affitti brevi a Venezia si è fermato, definitivamente. Il progetto, che avrebbe dovuto rappresentare una svolta nel controllo del turismo extralberghiero, non arriverà in Consiglio comunale prima della fine della legislatura.
A pesare sulla decisione dell’amministrazione sono stati diversi fattori: innanzitutto i tempi tecnici. Per approvare il regolamento servivano due passaggi in aula e la discussione è ancora ferma in commissione.
In secondo luogo, il calo registrato nel 2025 dal mercato delle locazioni turistiche ha raffreddato gli entusiasmi.
Ma il colpo più pesante è arrivato dalle frizioni interne alla maggioranza, in particolare da Fratelli d’Italia, e dalle critiche espresse dalle associazioni di categoria. Contestati soprattutto i vincoli previsti, come l’obbligo di indicare i 120 giorni di affitto all’inizio dell’anno, la necessità della Scia per periodi superiori ai quattro mesi, e la moratoria fino alla fine del 2026.
Più condivise, invece, le norme sull’accoglienza personale dei turisti e il divieto di key box.
Contrari anche i gruppi di opposizione, che hanno giudicato il testo troppo debole per contrastare l’espansione delle locazioni turistiche, spesso indicate come una delle cause principali dello spopolamento della città. E anzi proponevano soluzioni più drastiche, come una moratoria biennale o il limite di 30 giorni annui.
Così, mentre il contributo d’accesso ha iniziato a regolamentare il turismo giornaliero, sul fronte degli affitti brevi Venezia resta ancora senza regole. La città lagunare, a questo punto, dovrà aspettare la prossima giunta per riprendere in mano il dossier.