ISRAELE: NO ALLA PROPOSTA DI PACE DI HAMAS
Il vento della guerra continua a soffiare in Medio Oriente. L’artiglieria israeliana ha lanciato 5000 colpi contro l’area di Morag, nel Sud della Striscia.
Durante l’attacco, Tel Aviv ha impiegato per la prima volta il razzo “Bar”, missile guidato progettato per operare in scenari complessi.
Tutto questo dopo che lo Stato Ebraico ha respinto la proposta di tregua avanzata da Hamas.
Il gruppo armato palestinese aveva presentato un piano di cessate il fuoco, che prevedeva il rilascio degli ostaggi, la riapertura dei valichi della Striscia e una tregua dai 5 ai 7 anni.
Israele pretende ulteriori garanzie: Hamas deve disarmarsi e i suoi leader devono lasciare la Striscia.
Ma la procrastinazione israeliana avrebbe altri scopi. Ieri il premier Netanyahu si è recato in tribunale per una nuova udienza, nel processo che lo vede coinvolto per corruzione e abuso di potere.
Processo che finora è riuscito a sviare per lo stato di guerra in cui si trova Israele. Il raggiungimento di un accordo porterebbe il premier davanti al giudice.
Ma il fronte interno israeliano vacilla. Ieri un manipolo di ebrei ortodossi ha protestato davanti ai centro di reclutamento dell’esercito israeliano, per l’alto numero di soldati uccisi.
In questo clima di tensione, Ronen Bar, il capo dello Shin Bet, il servizio d’intelligence per la sicurezza interna, avanzerà le proprie dimissioni il prossimo 15 giugno.
Bar si era più volte scontrato con Netanyahu, accusandolo di usare lo Shin Bet per scopi personali.