LA DIPLOMAZIA PER FERMARE LA GUERRA ISRAELE-IRAN
“L’uccisione di Khamenei aprirebbe il vaso di pandora”. Lo ha detto il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov. Una dichiarazione che getta nuova benzina sul fuoco dopo giorni tutt’altro che distesi. Mentre gli attacchi incrociati tra Israele e Iran continuano senza sosta, sul tavolo diplomatico qualcosa si muove ma i risultati finora latitano.
Nelle scorse ore il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, è stato a Ginevra per un vertice con il suo omologo inglese David Lammy affiancato dai rappresentanti di Germania, Francia e Unione Europea. La posizione di Teheran è chiara: “finché le aggressioni israeliane continueranno, non ci sarà spazio per il dialogo”.
In tutto questo, Donald Trump prende tempo. Giovedì ha annunciato che avrebbe atteso altre due settimane prima di decidere se attaccare o meno l’Iran. Un’espressione non nuova per il tycoon che già altre volte in passato ha usato la formula delle due settimane per rimandare alcune questioni.
E l’Italia? Per il momento il governo sta tenendo sotto controllo la situazione e studia eventuali mosse, tra queste però è da escludere un coinvolgimento italiano nella guerra contro l’Iran. Visione confermata dal Ministro della Difesa Crosetto direttamente da Padova.
Nel frattempo Israele ed Iran continuano a lanciarsi attacchi sempre più violenti. Il ministro della difesa israeliano Katz ha dato ordine di intensificare le offensive contro obiettivi del regime di Teheran. Detto fatto, questo pomeriggio l’Idf ha effettuato un nuovo lancio di missili nell’Iran occidentale e centrale. Una risposta che arriva poche ore più tardi rispetto all’ attacco iraniano, che in mattinata ha colpito nuovamente Beer Sheva nel sud d’Israele. Un azione accompagnata anche dall’annuncio di Khamenei su X: “stiamo punendo il nemico sionista, lo stiamo facendo proprio ora”.