notizie / 11/08/2025 09:05

ORA ISRAELE A GAZA UCCIDE ANCHE I GIORNALISTI

"Non vogliamo occupare Gaza, ma istituire un'amministrazione civile che non sia né Hamas né l'Autorità Nazionale Palestinese". Le parole di Berjamin Netanyahu arrivano durante una conferenza stampa a Gerusalemme che annuncia, configurando le nuove operazioni dell'esercito israeliano, secondo un programma piuttosto breve che porterà ad un'accelerazione verso la fine del conflitto. Ma le versioni del racconto israeliano che non tornano, ormai, sono sempre di più. Nella notte, a Gaza City, un attacco ha colpito la tenda utilizzata dai giornalisti di Al Jazeera, causando la morte di cinque membri della redazione tra cui un cronista di spicco dell'emittente qatariota, il giornalista 28enne Anas al-Sharif, reporter noto per la sua copertura diretta dal territorio palestinese. Per Israele era un attivista vicino agli estremisti di Hamas, per la tv araba una campagna diffamatoria dell'IDF nei confronti dei giornalisti attivi sul campo, e sempre più esposti a pericoli in un contesto di crescente rischio per la stampa operante nella Striscia. Già l'anno scorso, altri due cronisti erano stati uccisi da un attacco israeliano a sud della Striscia di Gaza, mentre l'esercito aveva occupato la sede in Cisgiordania di Al Jazeera, a Ramallah, un'irruzione documentata in diretta televisiva mondiale.

Per Netanyahu, la tv araba propaganda disinformazione continua. "Parlano continuamente di morti di fame, ma gli unici a morire di fame sono gli ostaggi israeliani", attacca Gerusalemme. Per la direzione dell'emittente di Doha, in Qatar, quelli israeliani sono invece attacchi diretti alla libertà di stampa. A certificare le condizioni di vita nella Striscia, oggi, c'è infatti anche l'ultimo rapporto dell'Unicef, secondo cui è arrivato a ben 12 mila il numero dei bambini gravemente malnutriti a Gaza: si tratta del dato più alto di sempre, a febbraio erano duemila e oggi sono sei volte tanto. Un aumento definito "sconcertante", che sottolinea la necessità che gli aiuti alimentari raggiungano "urgentemente i bambini prima che si perdano altre vite".

Nemmeno a Gerusalemme, intanto, si fermano le proteste contro il premier Netanyahu. Migliaia di persone sono scese in piazza a Tel Aviv, in Israele, per chiedere la fine della guerra a Gaza, e per protestare contro decisione del governo israeliano di estendere il conflitto e di occupare Gaza City. I manifestanti, rispondendo all'appello del Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi israeliani, hanno esposto cartelli e foto degli ostaggi ancora detenuti nelle mani di Hamas e dei gruppi affiliati a Gaza nei territori palestinesi, chiedendo al governo Netanyahu di garantirne il rilascio ma di non farlo attraverso l'occupazione dei territori palestinesi.

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