PACE O GUERRA: IL CONTO ALLA ROVESCIA USA-MOSCA
“Putin si dimostra sempre gentile nelle conversazioni, ma quando si fa sera bombarda tutti”. Il disappunto di Donald Trump è emerse nelle sue ultime dichiarazioni.
Nella telefonata avvenuta il 3 luglio, Putin aveva detto al presidente americano che stava pianificando un’altra escalation ad est, nei successivi 60 giorni. Ma, deciso di risolvere la guerra attraverso il commercio, Trump ha inviato un ultimatum. L’obiettivo è quello di isolare la Russia dall’economia mondiale, bloccando il finanziamento della sua macchina bellica.
50 giorni, prima di imporre non solo delle tariffe sui prodotti, ma anche dazi secondari sull’energia al 100% per chi commercia con la Russia. Colpendo maggiormente paesi come Cina, India e Turchia.
Nel frattempo, il taycoon pubblica l’accordo con la Nato per l’approvvigionamento di armi statunitensi a Kiev, evidenziando che le spese saranno completamente a carico degli europei.
Secondo lui, molti stati dell’Alleanza hanno il vizio di spendere poco per la loro sicurezza, lasciando agli States l’onere principale. Ma ora, ha detto, è giunto il momento di pagare.
A criticare la mossa di Trump, sia alleati che nemici.
L’alta rappresentante dell’UE Kellas, apprezza l’atteggiamento duro verso Mosca, ma giudica la lunghezza dell’ultimatum. Dall’altra parte, il vicepresidente russo Duma, osserva che nell’arco di 50 giorni sono molti i cambiamenti che possono avvenire, sia nel campo di battaglia che negli umori del leader della Nato e degli USA.
Al di là di tutto resta l’ambiguità dell’orizzonte temporale dato tra Trump e Putin: praticamente lo stesso, tra i 50 e i 60 giorni.
Parliamo di una coincidenza o di strategia? Entrambi i leader sembrano giocare a cronometro, ma a chi giova davvero questo conto alla rovescia?