USA, EX 007 AVVERTONO TRUMP: “STOP TAGLI ALLA CIA”
Si sa, il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ha avuto effetti paragonabili ad un terremoto per tutta una serie di enti, statunitensi e non, che erano ormai considerate la norma.
Tra le agenzie costrette a chiudere i battenti, come la Usaid, o profondamente ridimensionate causa licenziamenti di massa, come la Fbi, sembra che alla seconda categoria possa iscriversi anche la Cia, la celeberrima intelligence a stelle e strisce.
Come già avvenuto per la Fbi, “The Donald” ha accompagnato alla porta molti alti dirigenti, ufficialmente per favorire un ricambio generazionale, ufficiosamente per punire coloro che indagavano sulle inchieste in cui il Presidente Usa era coinvolto.
Per accelerare lo snellimento dell’agenzia di intelligence, la nuova amministrazione Trump aveva offerto un pacchetto di incentivi all’esodo garantito ai membri della Cia intenzionati a dimettersi, una misura che ha mandato su tutte le furie il Partito Democratico e gli stessi 007.
200 ex agenti hanno firmato una lettera, inviata alle commissioni intelligence di Camera e Senato, in cui espongono i rischi del piano di tagli voluto dal tycoon. Le preoccupazioni degli 007 riguardano in particolare le conseguenze derivate dalla perdita di molti agenti esperti che, se non bene rimpiazzati, potrebbero portare ad una perdita dell’efficacia dell’agenzia in favore dei servizi segreti di paesi come Russia, Cina e Iran e rischierebbero di minare gli storici rapporti di collaborazione con le intelligence alleate.
Inoltre, gli ex agenti mettono in guardia circa, a loro parere, i reali motivi di questo esodo: sostituire i vertici della Cia con uomini fedeli al nuovo presidente, mossa che comporterebbe la fine delle perduranti tensioni tra l’agenzia e Trump.
Insomma, non resta che vedere se un pilastro dell’establishment americano resisterà all’onda d’urto del nuovo corso trumpiano.