ZELENSKY CEDE LE RISORSE MINERARIE AGLI USA
Era il principale punto di scontro tra i presidenti Trump e Zelensky. Ora, l’accordo sulle terre rare ucraine è stato ufficialmente raggiunto, proprio nella sacra basilica di San Pietro a Roma.
Gli Stati Uniti ottengono così l’accesso esclusivo alle risorse naturali, tra cui minerali, di cui l’Ucraina è ricca.
Così si dice: tra i due litiganti, Trump gode.
Parliamo di carbone, gas, minerali ferrosi, titanio, e il litio, necessario per la realizzazione delle batterie dei veicoli elettrici di Elon Musk.
Proprio il litio è un’opportunità importante per gli Stati Uniti. Qualche giorno fa Trump ha alleggerito temporaneamente i dazi sulle auto, per consentire alle case automobilistiche di spostare la produzione negli Stati Uniti.
L’ostacolo più grande al protezionismo americano è la Cina, maggior produttrice di auto elettriche, ma ora, con il nuovo accordo, anche gli States potranno disporre delle risorse necessarie.
Anche se l’operazione sarà complessa e altamente inquinante.
In cambio dei minerali, l’Ucraina ottiene un fondo di investimento per la ricostruzione del Paese.
La firma del patto mette fine alla principale fonte di tensione tra Washington e Kiev.
Zelensky era riluttante a firmare l’accordo, per alcuni obblighi che imponeva. La prima bozza obbligava Kiev a rimborsare gli Stati Uniti in caso di sospensione delle attività estrattive causata da periodi di emergenze, tra cui guerre.
Non è ancora chiaro se questa clausola sia presente nell’accordo appena siglato.
Zelensky ha definito l’accordo “davvero equo”, parlando di un primo risultato dopo il faccia a faccia in Vaticano.
Questa decisione si scontra con gli interessi tedeschi, avvicinando l’Europa alla Cina.
Trump applaude al patto tanto bramato. Il tycoon prospetta un ritorno di cassa superiore ai 350 miliardi di dollari, ossia quanto gli Stati Uniti hanno speso in assistenza militare diretta all’Ucraina sotto l’amministrazione Biden.