IL PAPA AMERICANO CHE NON PIACE AI CONSERVATORI
Domenica mattina Papa Leone XIV ha recitato il suo primo Regina Coeli in Piazza San Pietro.
Davanti a migliaia di fedeli, ha lanciato un appello forte: “Mai più la guerra”. E ha chiesto subito un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
Il nuovo Pontefice ha citato e ringraziato Papa Francesco, mettendosi in continuità con il suo pontificato. Ma ora lo aspettano sfide difficili.
Robert Prevost è il primo Papa americano della storia. Ma non è vicino ai conservatori USA. Anzi, da cardinale aveva già criticato duramente Donald Trump e le sue politiche sull’immigrazione.
Trump, dopo la morte di Bergoglio, ha provocato più volte il mondo cattolico. Prima ha detto di voler diventare Papa, poi ha pubblicato una sua foto con i paramenti papali, creata con l’intelligenza artificiale. Ma secondo molti, dietro le battute c’era un disegno preciso: influenzare il Conclave.
La trasmissione di Rai 3 Report ha rivelato un retroscena inquietante: ambienti conservatori americani avrebbero cercato di condizionare l’elezione del Papa con dossier e fake news.
Una campagna per screditare i cardinali più progressisti che non avrebbe nemmeno risparmiato il Segretario di Stato Parolin, dato tra i favoriti alla vigilia.
Negli Stati Uniti i cattolici conservatori sono pochi, ma molto influenti. E la Chiesa americana è la più ricca al mondo e ha risorse per agire anche a livello globale.
Alla fine, però, hanno vinto i numeri: oltre 100 dei 133 cardinali elettori erano stati nominati da Papa Francesco e questo sulla scelta del nuovo Pontefice ha pesato. L’elezione di Leone XIV sembra comunque un compromesso: americano sì, ma vicino al pensiero di Bergoglio.
Ora il nuovo Papa dovrà affrontare molti problemi.
Primo tra tutti, la crisi economica del Vaticano: nel 2024 il disavanzo ha superato gli 87 milioni di euro. Le donazioni sono in calo, anche a causa degli scandali finanziari. Francesco aveva già avviato una riforma: più controlli e più trasparenza che però avevano trovato la residenza di esponenti di picco della Santa Sede.
Restano poi altri nodi aperti: gli abusi sessuali, la povertà, l’immigrazione, l’ambiente, e forse anche lo scontro interno con l’ala conservatrice della Chiesa.
Un pontificato appena iniziato, ma già pieno di ostacoli.