VIETATI I CELLULARI IN CLASSE: SCATTA IL DIBATTITO
Nuove regole dal Ministero dell’Istruzione: d’ora in poi l’uso dello smartphone sarà vietato. Una linea unificata, valida per elementari, medie e superiori, con l’obiettivo di restituire attenzione alle lezioni e ridurre le distrazioni digitali.
Ma a dieci giorni dal rientro in classe, a preoccupare dirigenti e insegnanti non è tanto il divieto in sé, quanto la gestione pratica dei dispositivi. Dove andranno custoditi i cellulari una volta ritirati?
La corsa agli armadietti è già partita. In alcune scuole sono stati installati modelli blindati in ogni aula, in altre si pensa a valigette di sicurezza da spostare classe per classe. Non basta sequestrarli: servono spazi sicuri, perché quei telefoni valgono molto e custodiscono dati personali.
Il divieto però apre anche un dibattito pedagogico. L’intenzione è insegnare ai ragazzi a vivere momenti offline e a rafforzare le relazioni tra compagni. Ma soprattutto negli istituti scientifici i dubbi non mancano. Gli insegnanti ricordano che lo smartphone può trasformarsi in un vero e proprio laboratorio portatile.
Un esempio concreto arriva dai laboratori di microscopia: gli studenti fotografano i vetrini attraverso l’oculare per condividere le immagini in classe e commentarle insieme. Uno strumento utile, che la circolare rischia però di escludere.
La norma infatti ammette deroghe solo per progetti educativi specifici, da chiedere e approvare in anticipo. Una burocrazia che, secondo molti insegnanti, rende difficile utilizzare il cellulare nella didattica ordinaria.
La sfida, ora, è trovare un equilibrio: ridurre le distrazioni senza rinunciare a un alleato tecnologico che, se usato con criterio, può arricchire l’apprendimento.