ACCOGLIENZA MINORI A RISCHIO A PADOVA
Un buco di 2 milioni di euro grava sulle casse comunali padovane. Si tratta dei fondi anticipati dal Comune di Padova a sostegno, nel 2023-24, dei minori non accompagnati arrivati nel territorio inseriti dopo la tragedia di Cutro nel percorso Sai, Sostegno accoglienza e integrazione. Parliamo di bisogni primari, oltre al supporto psicologico, sanitario, legale e alla loro formazione. Le recenti sforbiciate del Governo hanno posto un punto di domanda sul rientro effettivo nelle casse comunale di questi soldi. Tocchiamo qualche numero. In Veneto questo tipo di accoglienza conta 564 minori non accompagnati, la maggioranza provenienti dall’Africa. Fuggono dalla miseria, dalle guerre. Per onestà alcuni vengono illusi dai social e partono pensando di trovare un futuro sfavillante ad attenderli in Europa. Illusione che svanisce presto al loro arrivo, quando non perdono la vita nel Mediterraneo. Se non prontamente intercettati dalle Istituzioni e inseriti in programmi di vera accoglienza e integrazione, c’è il concreto rischio che diventino manovalanza della criminalità. Ecco una delle ricadute positive valida anche nel caso dei migranti adulti. Strapparli al crimine, un vero e proprio svuota-carceri. Ma torniamo alla questione di Padova. La città del Santo ha accolto 136 di questi ragazzi, ricevendo parrebbe l’importo massimo di 100 euro pro die , pro capite . Ora il Comune pare percepisca 35 euro. Per concludere , in poche parole i Comuni con maggior solidità potranno proseguire i progetti d’integrazione , quelli piccoli rischiano di chiudere ogni progettualità lasciando in mezzo alla strada questi giovani sapendo già che destino li attende per sopravvivere.